Il sorprendente volo del condor: 170 chilometri senza sbattere le ali

Scienze

Un nuovo studio ha osservato che l’uccello più pesante del mondo può restare in aria per oltre cinque ore senza svolazzare

La scoperta è sorprendente: il condor andino, l’uccello piumato più pesante del mondo, può coprire una distanza di circa 172 chilometri (107 miglia) senza mai sbattere le ali. Cambiando prospettiva di analisi, se ne evince che questo splendido esemplare muova le ali soltanto per l’1% del tempo in cui rimane in volo. A certificarlo è uno studio frutto di una collaborazione tra la professoressa Emily Shepard della Swansea University e il dottor Sergio Lambertucci, in Argentina, pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences. In futuro, questa ricerca potrebbe rivelarsi utile per spiegare come anche gli uccelli con il doppio dell'apertura alare dei condor, ormai estinti, fossero in grado di volare.

 

Il volo del condor andino

 

Per i grandi uccelli svolazzare è un movimento estremamente costoso. Lo studio appena pubblicato Proceedings of the National Academy of Sciences partiva dalla volontà dei ricercatori di saperne di più su come gli sforzi di volo di questi animali possano variare a seconda delle condizioni ambientali. Per farlo sono stati istallati dei dispositivi di bio-registrazione su otto esemplari di condor andino in Patagonia. Gli scienziati hanno rilevato che svolazzavano solo per l'1% del loro tempo di volo, in particolare durante il decollo e quando erano vicini al suolo e che questo è possibile – stando a più di 216 ore di rilevazioni – che possono sostenere l'impennata attraverso una vasta gamma di condizioni termiche e di vento. Un uccello ha persino volato anche per 5 ore senza mai sbattere le ali, coprendo una superficie di 172 chilometri. Si tratta di uno dei costi di movimento più bassi mai stimati nei vertebrati.

 

Oltre le aspettative

 

“Gli alianti - fa notare Emily Shepard della Swansea University alla Bbc - possono restare in aria tutto il giorno se le condizioni sono favorevoli, quindi in un certo senso le performance del condor non sono così sorprendenti. Ma i piloti degli alianti guardano il meteo e possono decidere se è opportuno volare oppure no”. “In misura minore, probabilmente lo fanno anche i condor – prosegue – ma a un certo punto hanno fame e sono costretti a partire per cercare cibo. Si nutrono di carcasse e queste non compaiono necessariamente in luoghi per loro ideali. Così ci aspettavamo che potessero incontrare alcune condizioni difficili - o che li costringessero a svolazzare - nella ricerca di cibo”. “I condor sono aviatori esperti, ma non credevamo che lo fossero fino a tal punto - conclude la studiosa -. Inoltre, tutti gli uccelli che abbiamo studiato erano immaturi e hanno dimostrato che è possibile un basso investimento di energie nel volo anche nei primi anni di vita”.

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