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L'inquinamento provocato dall’uomo può contaminare le grotte sotterranee

Scienze

A dirlo sono i ricercatori dell'Università della Florida del Sud che, in collaborazione con il Centro speleologico etneo, hanno analizzato le acque del sistema carsico del Monte Conca, in Sicilia

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ll sistema carsico di grotte del Monte Conca, il più lungo e profondo della Sicilia, è un vasto sistema di sorgenti e piscine, situato sotto ad una riserva naturale. Si potrebbe presumere che si tratti di uno dei pochi luoghi rimasti ancora incontaminati, non intaccati dalle scorie dell'inquinamento provocato dall'uomo. Invece non sarebbe così, almeno secondo una nuova ricerca pubblicata da un team di esperti in microbiologia e geoscienze dell'Università della Florida del Sud, in collaborazione con il Centro speleologico etneo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Plos One”.

La distinzione tra stagioni

Gli esperti hanno scoperto, infatti, che anche le grotte sotterranee scavate nel cuore delle montagne possono essere inquinate da batteri provenienti dalle acque reflue delle città e delle aree agricole, andando alla ricerca di campioni nel corso di quattro missioni avvenute tra il 2015 e il 2016. Geologi e microbiologi hanno raccolto ed analizzato campioni delle acque che scorrono all'interno delle grotte e sono riusciti a capire come in esse siano presenti diversi batteri, anche molto diversi tra loro, nel corso dell'anno. I ricercatori hanno potuto fare un distinguo tra la situazione che si presenta durante la stagione umida e quella secca. Nel corso di quest’ultima in quelle acque sono presenti per lo più i cosiddetti batteri zolfo ossidanti, che riescono a sopravvivere grazie all'ossigeno presente nelle grotte e all'idrogeno solforato delle acque, così come spiega un articolo pubblicato sul portale dell’ateneo americano. Gli stessi scienziati hanno poi potuto constatare come dopo alcuni eventi atmosferici naturali come le forti piogge, questi batteri siano stati in qualche modo sostituiti da altri microrganismi solitamente presenti in superficie, principalmente identificati come contaminanti umani, tra cui Escherichia coli e altri batteri fecali. In uno dei campioni, inoltre, è stata osservata una condizione intermedia, definita di transizione tra le due stagioni, in cui erano presenti contaminanti di origine umana, batteri zolfo ossidanti e batteri fissatori dell'azoto, tutti insieme.

L’impatto a lungo termine

Da questi risultati, i ricercatori deducono dunque che i contaminanti derivino dalle acque di superficie che, dopo aver attraversato aree urbane e agricole, finiscono per finire nel sistema di grotte sotterranee. Gli impatti a lungo termine di questi contaminanti batterici su grotte sotterranee come quelle del Monte Conca non sono attualmente ben noti, ha spiegato uno degli autori principali della ricerca, Madison Davis del Dipartimento di Biologia Cellulare dell’Università della Florida del Sud. Per questo saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire meglio.

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