Il prezioso elemento è stato individuato nel sistema stellare Markarian 231, distante oltre mezzo miliardo di anni luce dalla Terra. Le molecole di ossigeno sono state trovate grazie al radiotelescopio Iram
La Via Lattea non è l’unica galassia in cui è presente l’ossigeno. Questo prezioso elemento, indispensabile per la vita, è stato individuato anche nel sistema stellare Markarian 231, distante oltre mezzo miliardo di anni luce dalla Terra. La scoperta, frutto del lavoro del gruppo di ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze coordinato da Junzhi Wang, è stata descritta nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Astrophysical Journal. Le molecole di ossigeno sono state trovate grazie al radiotelescopio Iram (Institut de RadioAstronomie Millimétrique), situato nel Sud della Spagna.
Le caratteristiche della galassia Markarian 231
Markarian 231 è una galassia particolare: secondo le teorie elaborate dagli astronomi, potrebbe avere al centro due buchi neri che ruotano l’uno intorno all’altro, ciascuno con una massa milioni di volte quella del Sole. Sarebbe proprio la radiazione emessa da questi corpi celesti a liberare molecole di ossigeno dalle nubi interstellari di gas e polveri, dove è spesso legato all’idrogeno sotto forma di acqua. È la prima volta in cui questo prezioso elemento, il terzo più abbondante nell’universo dopo l’idrogeno e l’elio, viene individuato all’esterno della Via Lattea (nonché la terza volta in cui gli esperti osservano la sua presenza al di fuori del Sistema Solare).
La stella J0815+4729
Risale allo scorso mese, invece, la pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal Letters di uno studio condotto dall’Università della California, l’Università di Cambridge e l’Istituto di astrofisica della Canaria che ha dimostrato la presenza di ossigeno nell’atmosfera di J0815+4729, una delle stelle più antiche che si conoscano. Per studiare quest’astro, distante più di 5000 anni luce dalla Terra, i ricercatori si sono affidati allo spettrometro Hires montato sul telescopio Keck, posto nell’omonimo osservatorio delle isole Hawaii. “La composizione primitiva di questa stella indica che si è formata nelle prime centinaia di milioni di anni successive al Big Bang, possibilmente dal materiale espulso dalle prime supernove della Via Lattea”, spiega Jonay González Hernández, l’autore principale dello studio.