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Il Parker Solar Probe della Nasa ha scoperto da dove nasce il vento solare

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Grazie alle analisi dei dati ottenuti dal Parker Solar Probe, che si è avvicinato fino a 24 milioni di chilometri dalla stella, emergono nuove informazioni sulla corona solare impossibili da svelare con i precedenti studi 

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Il Parker Solar Probe, ovvero la sonda inviata dalla Nasa per studiare il Sole, ha svelato alcune sorprendenti informazioni riguardanti l’origine del vento solare. Queste nuove scoperte, contenute in due diversi studi pubblicati su Nature, si devono a dei team di ricercatori che hanno analizzato i dati raccolti dal veicolo spaziale durante osservazioni realizzate da una distanza di 24 milioni di chilometri, che ha reso Parker il veicolo avvicinatosi di più al Sole. Il risultato sarà ulteriormente migliorato nei prossimi cinque anni, quando la sonda arriverà a toccare i sei milioni di chilometri di distanza dalla stella.

Parker studia i cambiamenti del campo magnetico del Sole

I più recenti dati ottenuti dalla sonda Parker svelano nuovi segreti del Sole, indecifrabili con le osservazioni da remoto avvenute in passato. Un team dell’Università del Michigan ha scoperto come siano dei cambi di direzione nel campo magnetico a provocare un’accelerazione del vento solare. Queste inversioni, spiega la Nasa, possono durare da pochi secondi fino a diversi minuti, e sono rilevabili soltanto dalle distanze ravvicinate raggiunte da Parker, che ha volato attraverso il vento solare per ottenere queste informazioni.

Da dove nasce il vento solare lento: la scoperta della Nasa

In un secondo studio, un team dell’Università della California di Berkeley si è concentrato sul vento solare lento, caratterizzato da una velocità inferiore ai 500 chilometri al secondo. Grazie alle osservazioni di Parker i ricercatori hanno constatato che questo vento solare ha origine da piccoli buchi presenti nella corona solare all’altezza dell’equatore della stella e non da fori più ampi in corrispondenza dei poli, come gli scienziati ritenevano in precedenza. Inoltre, la sonda ha permesso di notare l’assottigliarsi delle particelle di polvere a circa 11 milioni di chilometri dal Sole: questo effetto, già teorizzato in passato ma mai osservato, conferma le previsioni degli scienziati, che si aspettano di trovare una zona totalmente priva di polvere a partire da tre o quattro milioni di chilometri dalla stella. Secondo Nicola Fox, direttore della divisione di eliofisica della Nasa, “il Sole è l’unica stella che possiamo studiare così da vicino. Questi dati stanno già rivoluzionando la nostra comprensione della nostra stella e delle altre sparse per l’universo”.