Iss, prodotta da un’azienda israeliana la prima bistecca spaziale

Scienze

Potrà garantire il consumo di carne per gli astronauti in missioni a lungo termine ma essere anche un esempio per seguire un metodo di produzione alimentare sostenibile che rispetti l’ambiente  

Un giorno, chissà quanto lontano, potrebbe essere plausibile pensare di mangiare hamburger di carne prodotti nello spazio. La curiosa possibilità può diventare realtà grazie ad Aleph Farms, azienda alimentare israeliana che progetta bistecche a partire dalle cellule della mucca, che ha annunciato di aver prodotto per la prima volta della carne sulla Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di un passo in avanti importante nell'obiettivo dell'azienda di creare carne ecologica che non preveda il macello.

Le fasi della produzione

A spiegare il funzionamento di questo progetto ci ha pensato anche un articolo della Cnn, in cui si legge che gli esperti dell’azienda israeliana utilizzano alcune cellule di una mucca, forniscono loro sostanze nutritive e le inseriscono in un ambiente che simula l'interno del corpo di un bovino, ovvero strutture tridimensionali chiamate sferoidi. Le cellule vengono combinate con fattori di crescita e sostanze compatibili con i tessuti biologici chiamate 'bio inchiostri' e finora utilizzate nelle stampanti 3D per ottenere organi in miniatura. Tutti questi elementi vengono poi combinati proprio per favorire la stampa 3D per mezzo di forze magnetiche e il risultato è un frammento di tessuto. Infatti per portare a compimento il progetto, Aleph Farms ha collaborato con una società russa di bioprinting che ha permesso di completare le fasi della produzione.

Un metodo di produzione alimentare sostenibile

La particolarità della tecnica è che nello spazio funziona in modo diverso rispetto a quanto accade sulla Terra. Grazie all'assenza di peso la stampa avviene infatti in tempi più rapidi, inoltre il materiale biologico che costituisce la bistecca non viene costruito a strati, come avviene sulla Terra quando si stampano mini-organi o frammenti di tessuti, come ad esempio la cartilagine. Poiché nello spazio le cellule non sono spinte verso il basso, si depositano naturalmente su tutti i lati, formando una struttura tondeggiante, come avviene quando si fa una palla di neve. "Questa ricerca all'avanguardia in alcuni degli ambienti più estremi immaginabili, funge da indicatore di una crescita essenziale di metodi di produzione alimentare sostenibili che non aggravano gli sprechi sulla Terra, gli scarichi idrici e l'inquinamento", hanno spiegato i vertici dell’azienda israeliana. La carne coltivata nello spazio potrebbe aiutare a nutrire gli astronauti durante le missioni spaziali a lungo termine, oltre a dare una soluzione al problema dell’inquinamento sul nostro pianeta.

Preservare le risorse naturali

Non solo questo processo è più “umano” nel rispetto degli animali, ma è anche importante per la salvaguardia dell'ambiente, sostiene l’azienda. Uno dei suoi obiettivi è proprio quello di produrre carne con un impatto ambientale minimo. La produzione di carne bovina infatti consuma molta risorse. Le mucche crescono e si riproducono più lentamente dei maiali e del pollame, quindi mangiano molto di più e hanno bisogno di più cibo e acqua. La sola carne bovina è responsabile del 41% delle emissioni di gas serra del bestiame e questo rappresenta il 14,5% delle emissioni globali totali, stando ai dati riportati dalle Nazioni Unite. Il dato inquietante è che queste emissioni sono più rilevanti di quelle prodotte dal settore dei trasporti. "Nello spazio, non abbiamo 10.000 o 15.000 litri di acqua disponibili per produrre un chilogrammo di carne bovina", ha detto Didier Toubia, ceo di Aleph Farms. "Questo esperimento congiunto segna un primo passo significativo verso il raggiungimento della nostra visione per garantire la sicurezza alimentare per le generazioni future, preservando le nostre risorse naturali".

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