Trovati nuovi resti fossili del "leone marsupiale"

Scienze

Si tratta del "Thyalacoleo carnifex", che utilizzava la coda molto robusta per spostarsi. Autore dei ritrovamenti un team composto da ricercatori della Flinders University e del South Australia Museum ad Adelaide

Scoperti nuovi resti del leone australiano, il "Thyalacoleo carnifex" ovvero il "leone marsupiale", in due grotte nell'area meridionale del Paese. L'esemplare, un abile cacciatore dalla coda molto robusta, è stato descritto sulla rivista Plos One da un team composto da ricercatori della Flinders University e del South Australia Museum di Adelaide in Australia.

Dove sono stati ritrovati i resti

I nuovi fossili sono stati ritrovati nella grotta di Komatsu a Naracoorte, nel sud dell'Australia e in quella Flight Star a Nullarbor Plain, regione arida dell'Australia centro meridionale. I ricercatori hanno recuperato i primi resti noti della coda e della clavicola del leone, grazie ai quali sono riusciti a riscotruire per la prima volta l'intero scheletro di questo esemplare.

Le capacità del leone australiano

Le nuove informazioni raccolte attraverso i resti fossili hanno permesso ai ricercatori di riesaminare la biomeccanica del Thyalacoleo e confrontare la sua anatomia con quella dei marsupiali viventi. L'analisi comparativa ha permesso di raggiungere nuove conclusioni sulla biologia e sul comportamento del leone marsupiale. La sua coda sembra essere stata rigida e molto muscolosa. Probabilmente sarebbe stata adoperata, insieme agli arti posteriori, come un cavalletto per sostenere il corpo mentre liberava gli arti anteriori per cacciare o saltare, così come fanno molti marsupiali viventi. L'analisi suggerisce, inoltre, che il Thylacoleo aveva dei lombari anch'essi rigidi e arti anteriori ancorati da forti clavicole. Queste caratteristiche, secondo i ricercatori, lo avrebbero reso poco adatto all'inseguimento delle prede, ma molto abile nella caccia di agguato.

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