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La Teoria della Relatività di Einstein è valida su scala cosmica

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Grazie a delle simulazioni al computer, una ricerca ha dimostrato che, modificando il modello del fisico tedesco, le galassie si muoverebbero molto diversamente rispetto alla realtà 

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Secondo un nuovo studio dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con l’Università inglese di Durham, la Teoria della Relatività generale elaborata da Albert Einstein sarebbe applicabile anche su scala cosmica, riuscendo quindi a spiegare la posizione e la velocità delle galassie. Attraverso delle simulazioni al computer, i ricercatori hanno potuto infatti dimostrare che, modificando quanto formulato dal fisico tedesco, il comportamento delle componenti dell’universo sarebbe molto differente da quanto avviene in realtà. Il risultato ottenuto dal team è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, dove gli studiosi ribadiscono l’impressionante corrispondenza tra i dati ottenuti e il modello della relatività generale.

La relatività generale

Dopo 10 anni di studi, all’inizio del 1916, Einstein rendeva pubblica la Teoria della Relatività generale, da distinguere da quella della Realtà ristretta, formulata circa un decennio prima. Con questa nuova idea, il fisico cercava di elaborare un modello matematico che spiegasse le leggi dell’universo, sottolineando come la gravitazione alteri lo spazio-tempo. Se quest’ultimo, per esempio, è deformato dalla presenza di un corpo, come una stella, i raggi di luce seguiranno questa deformazione. Secondo Luigi Guzzo, co-autore della ricerca, non esistevano ancora dei test che confermassero la correttezza di questa teoria su una scala così ampia come quella dell’universo.

L’energia oscura

Alla base dello studio condotto c’è una scoperta del 1998, che spiega come l’universo subisca un’espansione accelerata. I ricercatori hanno quindi voluto capire due possibili cause di questo fenomeno: la prima si riferirebbe all’aggiunta ai calcoli di Einstein dell’energia oscura, prodotta dalla costante cosmologica; nel secondo caso, la teoria del tedesco risulterebbe invece incompleta e inapplicabile su grande scala. Tuttavia, in seguito alle simulazioni computerizzate, il gruppo ha constatato che modificare la Teoria della Relatività generale porterebbe a un comportamento delle galassie troppo diverso rispetto a quello effettivo. Guzzo specifica quindi che “la teoria di Einstein non è incompleta, e viene ribadita la presenza della misteriosa energia oscura, che è necessaria a spingere l’universo”.