I ‘segreti’ del cervello degli adolescenti svelati da uno studio
ScienzeLa professoressa Blakemore, della University College London, ha svolto varie ricerche sull’encefalo dei teenager. I risultati dimostrano che la mente dei ragazzi è in continua evoluzione e che lo scopo biologico dell’adolescenza è la formazione dell’identità personale
L’adolescenza è un periodo travagliato, caratterizzato da sbalzi d’umore, tendenza a ribellarsi all’autorità e comportamenti sopra le righe. La professoressa di neuroscienze cognitive alla University College London, Sarah-Jayne Blakemore, ha dedicato tutta la propria vita allo studio del cervello dei teenager. Di recente, ha ribadito la sua visione critica nei confronti degli esami scolastici a cui vengono sottoposti nel Regno Unito, sostenendo che sono troppo stressanti per le loro menti in continua evoluzione.
Secondo la ricercatrice, fino a 20 anni fa nessuno sapeva che il cervello si sviluppasse durante gli anni dell’adolescenza. Si dava per scontato che il comportamento difficile da prevedere degli adolescenti fosse legato solamente ai cambiamenti ormonali dovuti alla pubertà. Vari esperimenti psicologici e scansioni dell’encefalo hanno dimostrato che durante l’adolescenza avvengono numerosi cambiamenti a livello neurologico. “La mente dei teenager, anche se diversa da quella degli adulti, è comunque brillante”, sostiene la professoressa Blakemore.
Incomprensione
Le ricerche della docente hanno evidenziato che alcuni comportamenti degli adolescenti sono uguali in ogni zona del mondo e non influenzati dalla cultura di origine, come si potrebbe erroneamente pensare. Per esempio, anche i teenager che vivono nel deserto del Kalahari si lamentano quando devono alzarsi presto al mattino e tendono, talvolta, a comportarsi come degli irresponsabili narcisisti.
Molti adulti ignorano che i ragazzi tra i 14 e i 19 anni stanno attraversando una fase importante dello sviluppo. La funzione biologica dell’adolescenza è la creazione dell’identità personale ed è questo che spinge i teenager a mettere in discussione l’autorità dei genitori e dare grande importanza agli amici. L’approvazione dei loro pari diventa così fondamentale da spingere alcuni di loro a trascurare lo studio per dedicarsi il più possibile agli eventi sociali. È la paura di essere esclusi a guidare le loro azioni.
Pressione sociale
Sarah-Jayne Blakemore ha dimostrato questa teoria con un esperimento in cui alcuni adolescenti dovevano prendere parte a un gioco online. Credevano di giocare assieme ad altri due coetanei, ma in realtà tutti gli altri partecipanti erano controllati dal computer e programmati in modo tale da escludere il teenager dal gioco. L’esperimento è stato poi ripetuto su degli adulti. I risultati evidenziano malumore e ansia in tutti i partecipanti, ma molto più elevati negli adolescenti.
L’ansia di essere esclusi dagli altri è anche la ragione per cui i ragazzi nel periodo della pubertà tendono a correre numerosi rischi. Diversi studi hanno rivelato che non lo facciano perché non sappiano valutare il pericolo o perché si credano invincibili, ma solamente per la pressione sociale. La professoressa Blackmore cita in particolare un esperimento in cui degli adolescenti dovevano guidare una macchina in un videogioco prima da soli e poi in presenza di alcuni coetanei. Nel secondo caso, tendevano a correre molti più rischi inutili. Gli adulti, invece, non risentirebbero così tanto della pressione sociale.