Ecco Oumuamua, il primo asteroide interstellare mai osservato. VIDEO

Scienze
L'asteroide interstellare in una ricostruzione (foto: Nasa)
oumuamua_nasa

Avvistato per la prima volta nel sistema solare il 19 ottobre scorso, per questo "intruso" è stata creata una nuova categoria di corpo celeste. Il video della Nasa pubblicato da “Storyful”

Si chiama Oumuamua, “messaggero” in lingua hawaiana, l'intruso cosmico scoperto il 19 ottobre scorso all'interno del nostro sistema solare: si tratta di un asteroide interstellare, mai avvistato prima.

Com'è fatto l'asteroide

L'asteroide, lungo circa 800 metri e largo un centinaio, è piatto e di colore rosso scuro simile a quello dei corpi celesti alla periferia del sistema Solare perché, molto probabilmente, è fatto di un materiale ricco di metalli, nel quale i raggi cosmici hanno prosciugato qualsiasi traccia d'acqua. La descrizione è stata pubblicata lunedì 20 novembre sulla rivista “Nature” da un gruppo di astronomi coordinato da Karen Meech, dell'Università delle Hawaii. Proprio nell'arcipelago dell'Oceano Pacifico si trova il telescopio Pan-STARRS 1 che per primo ha avvistato l'asteroide e che si vede nelle ricostruzioni del video della Nasa pubblicato da “Storyful”.

Una nuova classificazione

All'inizio sembrava una cometa o un piccolo asteroide come tanti altri, ma successive osservazioni hanno portato a supporre che si trattasse di qualcosa di insolito. Oumuamua – che nella lingua delle Hawaii significa “messaggero arrivato per primo da molto lontano” – è stato dunque riclassificato dall'Unione astronomica internazionale, che appositamente per lui ha creato una nuova classe di oggetti celesti: gli asteroidi interstellari. Si stima che corpi celesti come questo entrino nel sistema solare una volta l'anno, ma che per le loro piccole dimensioni siano difficili da vedere.  

Simile a un sigaro

Per studiare l'intruso sono stati utilizzati diversi telescopi, tra cui il Vlt (Very large telescope) dell'Eso, l'Osservatorio europeo meridionale. Grazie alle immagini catturate, i ricercatori hanno scoperto che la sua luminosità varia drasticamente mentre completa una rotazione sul proprio asse, cosa che avviene ogni 7,3 ore. “Questo indica – osserva la ricercatrice Meech – che è molto allungato”, dalla forma simile a quella di un enorme sigaro. Ora gli astronomi intendono continuare a osservare Oumuamua mentre si allontana, per capire se arrivi dalla costellazione della Lyra, come suggeriscono i primi calcoli, e quale sia la sua prossima destinazione.  

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