Passaggio ravvicinato alla Terra per un asteroide appena scoperto

Scienze
L'asteroide Eros fotografato dalla Nasa nel 2001 (Getty Images)
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A poche ore dalla sua individuazione, l’asteroide 2017 Fu102 ha "salutato" il nostro pianeta domenica notte passando all'interno dell'orbita lunare, a "soli" 230mila chilometri di distanza

Nella serata di domenica 2 aprile un asteroide scoperto solo lo scorso 30 marzo – e denominato 2017 Fu102 – è passato vicino al nostro pianeta, a "soli" 230mila km. "Un evento non comune", secondo gli esperti, ma che non ha creato alcun pericolo. L'asteroide 2017 Fu102 ha “salutato” la Terra alle 22,18 italiane passando a poco più della metà della distanza media che separa il nostro pianeta dalla Luna. Si tratta di “uno dei passaggi più vicini avvenuti di recente”, come ha osservato l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual telescope, che ha pubblicato un'immagine del corpo celeste in avvicinamento.

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Asteroid 2017 FU102 is the 14th known asteroid to pass within 1 lunar distance of Earth so far in 2017 <br><br>Read: <a href="https://t.co/lrrGpS3gdd">https://t.co/lrrGpS3gdd</a> <a href="https://t.co/d3Mf6zuarG">pic.twitter.com/d3Mf6zuarG</a></p>&mdash; EarthSky (@earthskyscience) <a href="https://twitter.com/earthskyscience/status/848546781281570816">2 aprile 2017</a></blockquote>

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La scoperta dell'asteroide – “Il passaggio di un asteroide all’interno dell’orbita lunare non è mai un evento comune”, ha aggiunto Masi. Il 2017 Fu102, dal diametro di circa 10 metri (simile a quello esploso nei cieli russi nel 2013), è diventato bersaglio dei telescopi di tutto il mondo.

La “staffetta” degli asteroidi – Soltanto due settimane fa, tra il 19 e il 21 marzo, cinque asteroidi – anche questi scoperti nell'arco di 24 ore, dal programma Mount Lemmon Survey dell’Università dell’Arizona – erano passati vicino alla Terra, tre all'interno dell'orbita del nostro satellite. “Passaggi così ravvicinati non sono previsti fino a maggio – ha concluso Masi – ma è anche vero che ormai le scoperte di questi corpi celesti vicini alla Terra sono all’ordine del giorno, grazie alla migliore capacità di osservarli”.

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