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Cancro, cos'è il tumore ovarico al terzo stadio: quali sono i sintomi e come si cura

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Si tratta di una patologia che può avere origine nei tessuti che formano le ovaie dovuta alla proliferazione incontrollata delle cellule che ne rivestono le pareti. Secondo i dati riportati nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, il cancro ovarico colpisce circa 6mila donne ogni anno ed è tra le tipologie più diffuse tra di loro. Elevato è anche il tasso di mortalità, dovuto spesso a diagnosi effettuate quando la malattia è già in fase avanzata

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L'annuncio della top model Bianca Balti, che ai primi di settembre 2024 si è sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione di un tumore ovarico al terzo stadio, ha riacceso i riflettori su questa patologia, tra le più diffuse nel genere femminile. Secondo i dati del rapporto "“I numeri del cancro in Italia 2023”, realizzato da Associazione italiana registri tumori e Associazione italiana di oncologia medica, nel 2022 sono circa 6mila le donne colpite in Italia dal cancro alle ovaie, pari al 3% delle diagnosi totali di tumore. A livello globale, i dati del Global Cancer Obeservatori collocano questa tipologia all'ottavo posto tra i tumori che colpiscono le donne.

Tumore ovarico, come si forma

Come spiega fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro, il tumore ovarico può avere origine nei tessuti che formano le ovaie, organi di circa 3 centimetri di diametro deputate alla produzione di ormoni e cellule riproduttive dell'apparato femminile. A causare la malattia è la profilerazione incontrollata delle cellule di quest'organo, in particolare quelle epiteliali che ne rivestono le pareti. I tumori epiteliali costituiscono il 90% dei casi, mentre la parte restante dipende da neoplasie germinali o stromali.

I fattori di rischio

L'incidenza del tumore ovarico dipende in particolare dall'età, con la maggior parte dei casi identificati tra i 50 e i 69 anni. Altri fattori tuttavia concorrono, come l'obesità, la lunghezza del periodo ovulatorio o l'assenza di gravidanze. Al contrario l'allattamento al seno o l'uso prolungato di contraccettivi estroprogestinici costituiscono fattori protettivi. Secondo i dati dell'American Cancer Society, un quarto dei casi sono associati al fatto di aver ereditato mutazioni specifiche di geni (Brca 1 e Brca 2). 

Prevenzione e cura

Un ostacolo alla diagnosi tempestiva del tumore ovarico dipende dall'assenza di sintomi nella fase iniziale. "I sintomi non specifici sono: sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto; gonfiore persistente all’addome; fitte addominali; bisogno frequente di urinare; perdite ematiche vaginali; stitichezza o diarrea persistenti", spiega Domenica Lorusso, ordinario di Ginecologia e ostetricia in Humanitas University. Ciononostante, alcuni studi hanno dimostrato che una visita annuale dal ginecologo che esegue la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo possono facilitare l'eventuale identificazione della patologia. 

Come si cura

Per il trattamento del tumore la rimozione chirurgica è il metodo più utilizzato e consente una cura del 70% nello stadio iniziale. L'alta incidenza di una recidiva impone spesso il ricorso alla chemioterapia adiuvante a seguito dell'intervento o in alternativa di terapie a bersaglio molecolare. 

Il terzo stadio

Come spiega Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, il terzo stadio del tumore ovarico implica che la malattia ha già colpito una o entrambe le ovaie e potrebbe essersi diffusa oltre la zona pelvica, con possibili metastasi peritoneali. A causa delle diagnosi tardive, pari al 70% dei casi, il cancro ovarico ha un alto tassi di mortalità, pari a circa 3mila decessi l'anno. 

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