Influenza, Clerici: “Vaccinarsi e usare mascherine, ma nessun allarmismo”

Febbre alta, tosse, affanno respiratorio, spossatezza e dolori muscolari che possono durare fino a nove giorni. L’Italia è alle prese con la variante K del virus influenzale A/H3N2 che, negli ultimi mesi, è responsabile della maggior parte dei casi registrati nel nostro Paese. Anche chiamata “super flu”, questa variante riesce ad eludere meglio di altre il sistema immunitario risultando più contagiosa. A confermarlo a Sky TG24 è il dottor Pierangelo Clerici, presidente di A.M.Cl.I. , che mette in guardia sui pranzi e le cene tra amici e familiari che nel periodo natalizio possono influire sull’aumento dei casi. I dati di sorveglianza sull’andamento dell’influenza dicono che, solo nella settimana di Natale, si potrebbe superare il milione di casi in Italia. Una cosa “molto probabile” per Clerici che, però, non è stupito dai numeri che restano “in linea” con quelli della scorsa stagione influenzale. Milioni di casi Clerici ha spiegato che “c’è sicuramente una concentrazione maggiore in questo periodo: negli altri anni i casi erano stati più diluiti. Le stime che abbiamo emanato a settembre che prevedevano tra i 16 e i 18 milioni di casi si stanno verificando e sono le stime anche degli anni precedenti. Non bisogna preoccuparsi se solo in questa settimana ne avremo un milione: bisogna guardare tutta la stagione influenzale. A fine febbraio/marzo trarremo le conclusioni ma siamo assolutamente in linea”. Come ha sottolineato il presidente dell’Associazione microbiologi, il grande numero di casi di influenza è anche dovuto al fatto che questa variante K sia nuova rispetto a quelle conosciute negli anni precedenti: ne consegue che né l’immunità data dalla malattia già affrontata né quella che deriva dalle vaccinazioni risulti davvero efficace. Questo non significa che il vaccino non sia importante, anzi: vaccinarsi ora, ha ricordato Pierangelo Clerici, potrebbe aiutare a salvarsi dalla malattia durante le feste di Capodanno. Riconoscere i sintomi Ma quali sono i sintomi principali di questa variante? Più o meno sono quelli di tutti i virus influenzali. “Il primo sintomo - ha ricordato Clerici - è la temperatura: quando la febbre supera i 38 gradi è indicativo. Poi attenzione a livello dell’apparato respiratorio: naso che cola, colpi di tosse, leggero affanno respiratorio. Infine, per quest’anno, valgono anche le sintomatologie gastro-enteriche come diarrea e vomito”. Questi i sintomi che, messi insieme, possono far sospettare della presenza dell’infezione influenzale. “La diagnosi certa però si può avere solo recandosi dal proprio medico e facendo un tampone microbiologico”. La prima cosa da fare quindi resta sempre allertare il proprio medico di base, poi arriva la terapia farmacologica. In linea di massima i farmaci che si possono prendere sono gli “antinfiammatori come paracetamolo e anche gli antipiretici”. Assolutamente vietati invece gli antibiotici. Questo perché l’influenza, come ha chiaramente spiegato il presidente di A.M.Cl.I., “è un’infezione virale e gli antibiotici ai virus non fanno nulla, anzi sono deleteri. L’antibiotico serve solo se c’è un’infezione batterica: in caso contrario il danno sarebbe grave per il nostro organismo”. Variante K, rinovirus e Covid In questo momento in circolazione non c’è solo la variante K ma anche altri virus come quello parainfluenzale, il rhinovirus e il Covid. Per questo motivo, in caso di sintomi, è bene recarsi in laboratorio per fare un tampone che è in grado di ricercare simultaneamente tutti questi virus e a distinguerli. Nonostante i sintomi siano pesanti e i numeri dei contagi sembrino alti, il dottor Clerici ha invitato a evitare qualsiasi allarmismo. Non c’è nulla di cui preoccuparsi: “Al momento - ha spiegato il microbiologo - le varianti incidono solo sulla cosiddetta virulenza cioè sulla velocità di trasmissione. Si diffonde più rapidamente ma la malattia non è peggiore delle altre stagioni influenzali. Unica eccezione i fragili che non si sono vaccinati”. La prevenzione Qualsiasi sia il virus che ci colpisce nella stagione influenzale, le regole per la prevenzione restano le stesse: “vaccinazione, lavaggio delle mani, riposo, isolamento”. Le infezioni infatti, come ha ricordato Clerici, “hanno solo due modalità per non essere trasmesse: una la vaccinazione e l’altra l’isolamento”. Altri elemento importante è l’uso della mascherina che nei luoghi pubblici e affollati salvaguarda noi e gli altri. “La mascherina noi l’abbiamo conosciuta durante il covid ma nel paesi asiatici è da vent’anni che durante l’inverno la indossano per evitare epidemie influenzali”, ha affermato il presidente che infine ha ricordato alcune attenzioni basilari per non rovinarsi i pasti natalizi: “non avere rapporti diretti, frequenti e costanti con chi non è vaccinato, specialmente i più fragili, non baciare i bambini piccoli, lavarsi spesso le mani e, se capita di starnutire, usare sempre la piega del gomito e mai la mano”.

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Claudia Torrisi