La Puglia offre un bonus per congelare gli ovuli: come funziona?

Un contributo di 3 mila euro per le donne che vogliono ricorrere al social freezing, ovvero il congelamento dei propri ovociti per darsi la possibilità di avere una gravidanza in futuro. Perché non sempre è il tempo migliore per diventare madri, nonostante l'orologio biologico continui a ticchettare. Decidendo di stanziare 900mila euro per il triennio che va dal 2025 al 2027, la Puglia è appena diventata la prima regione in Italia ad aver investito sulla libertà riproduttive delle donne, sostenendone l’autodeterminazione e la libertà di scelta. “Perché nel 2025 è innaturale che ancora molte donne siano costrette a scegliere tra carriera e famiglia”, dice a Sky TG24 Insider il consigliere al Welfare della Regione Puglia Ruggiero Mennea, che insieme al consigliere regionale Stefano Lacatena ha voluto e firmato la misura entrata in vigore il 3 giugno. "La prima persona che mi ha chiamato dopo la notizia del via libera è stata mia figlia, che ha 27 anni. Mi ha chiesto se potesse usufruirne anche lei", racconta. Quali requisiti per fare domanda? Il social freezing, sottolinea la nota della Regione Puglia, è una tecnica che consente di congelare i propri ovuli, quando la loro qualità è ottimale, “per preservare la fertilità in futuro e programmare una gravidanza in età più avanzata, in presenza di determinate condizioni mediche, garantendosi una maggiore probabilità di riuscita nel caso in cui, con il passare del tempo, insorgessero difficoltà di concepimento imputabili ad una fisiologica riduzione della fertilità”. Possono presentare domanda per accedere al contributo , le donne di età compresa tra i 27 e i 37 anni residenti in Puglia da almeno 12 mesi e con un ISEE ordinario non superiore a 30 mila euro che si rivolgano a centri di Procreazione Medicalmente Assistita pubblici o privati accreditati, inseriti nel registro nazionale autorizzato dal ministero della Salute . La crioconservazione degli ovociti è una procedura sempre più diffusa e già garantita dal Servizio Sanitario Nazionale per le donne con patologie oncologiche, ma non rimborsata invece per chi la sceglie per motivi non legati alla salute . “Oggi per molte donne la possibilità di scegliere quando diventare madri è ancora un lusso, spesso negato da condizioni economiche, precarietà lavorativa e stereotipi culturali”, specifica la nota. E il consigliere Mennea spiega che l’esigenza di avanzare questa proposta politica è nata dopo alcune conversazioni avute al termine di incontri pubblici con giovani donne che hanno posto il problema a lui e al collega. Un confronto che ha evidenziato “un disallineamento tra il desiderio di maternità e varie difficoltà che contrastavano con quel desiderio. Allora ci siamo chiesti perché non promuovere il congelamento degli ovociti per poter permettere alle donne di scegliere quando mettere al mondo un figlio senza ansie e pressioni". La Puglia farà da apripista? "Capiremo quanto questa esigenza è forte dal numero di riscontri delle donne che richiederanno il contributo. Abbiamo già ricevuto diverse richieste di informazioni nei primi giorni dopo la pubblicazione della domanda, e questo è un primo dato", dice Mennea, che sta organizzando un evento pubblico che vedrà protagonisti i direttori generali delle sei ASL pugliesi, - quindi coloro che nella pratica prenderanno in carico le procedure di social freezing - il presidente nazionale dell’Ordine dei Medici e quello dell’Ordine degli Psicologi. "Abbiamo intenzione di puntare molto sulla comunicazione perché questa misura cambia completamente lo scenario di vita di una giovane donna che non si vede più costretta a fare un figlio solo entro un certo arco temporale, anche in mancanza di condizioni ottimali". Un'alternativa che il consigliere ritiene "straordinaria" per la serenità di una donna, oltre a un'importante misura che mira a contrastare l’abbassamento della natalità e un calo demografico "drammatico". Nel nostro Paese infatti la denatalità è diventata un'emergenza e anche la Puglia, ha evidenziato il più recente censimento permanente Istat del 2023, vive un'importante crisi demografica tra calo delle nascite e invecchiamento della popolazione. La speranza è che la Puglia, per il momento unico caso virtuoso, possa fare da apripista ad altre regioni italiane, estendendo questa possibilità a molte altre donne, come si augura Mennea, che si dice fiducioso: "Siamo stati già contattati da esponenti politici di altre regioni, come ad esempio la Lombardia. Per noi questo rappresenta uno strumento virtuoso per l'autodeterminazione delle donne. E speriamo di estenderlo".

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