Da fame emotiva a cervello affamato, ecco quali sono i 4 tipi obesità
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Si tratta di una malattia cronica, recidivante, multifattoriale, la cui diffusione continua ad aumentare in tutto il mondo. Comprendere per ciascun paziente quale sia il suo fenotipo aiuta a indirizzarlo al trattamento più efficace: è emerso nel VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc) in corso a Roma
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- Non esiste una sola obesità, ma almeno quattro diverse tipologie. Comprendere per ciascun paziente quale sia il suo fenotipo aiuta a indirizzarlo al trattamento più efficace. È uno dei dati emersi dal VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc) in corso a Roma
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- L'obesità è una malattia cronica, recidivante, multifattoriale, la cui diffusione continua ad aumentare in tutto il mondo. Secondo gli esperti Sinuc se ne possono individuare quattro tipi: 'cervello affamato', 'fame emotiva', 'intestino affamato' e 'combustione lenta'
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- Nel primo tipo di obesità considerato, l'asse cervello-intestino induce un bisogno di maggiori calorie per raggiungere la pienezza e la sazietà
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- Nel caso del secondo tipo invece il desiderio di mangiare serve a far fronte a emozioni positive o negative. Un comportamento considerato ‘edonico’. Questa tipologia di obesità mostra livelli più elevati di ansia, depressione e alimentazione guidata dalle emozioni, oltre a livelli più bassi di autostima e una peggiore immagine corporea rispetto agli altri fenotipi
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- Nella terza tipologia si ha invece una durata anormale della pienezza con uno svuotamento gastrico più rapido. Le persone con fenotipo 'intestino affamato' mostrano un più accelerato svuotamento gastrico, circa del 30% per i cibi solidi e del 22% per i liquidi nelle femmine mentre nei maschi lo svuotamento gastrico medio è accelerato del 38% per i solidi e del 33% per i liquidi. I soggetti quindi tendono ad alimentarsi più spesso
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- La quarta tipologia invece è caratterizzata dalla diminuzione del tasso metabolico. I soggetti con fenotipo a 'combustione lenta', identificabili in un metabolismo rallentato, mostrano una massa muscolare inferiore e una minore predisposizione all'attività fisica
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- Capire come e perché alcune persone accumulano peso - riferisce una nota Sinuc - è uno degli obiettivi che si pongono gli scienziati allo scopo di scardinare il meccanismo patologico e trovare strategie per riportare al peso considerato normale. Identificare i fenotipi di obesità basati sulla fisiopatologia e sul comportamento può infatti portare a interventi mirati e più efficaci e migliorare i risultati di perdita di peso
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- In uno studio, apparso sulla rivista medica Obesity, in una coorte di pazienti a cui erano stati prescritti farmaci antiobesità, l'approccio terapeutico guidato dal fenotipo è stato associato a una maggiore perdita di peso di 1,75 volte dopo un anno e la percentuale di pazienti che hanno perso più del 10% a un anno è stata del 79% rispetto al 34% con il trattamento generico
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- "L'eterogeneità tra i pazienti con obesità è particolarmente evidente nella risposta di perdita di peso agli interventi sull'obesità, come diete, farmaci, dispositivi e interventi chirurgici - ha spiegato Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc -. È ormai assodato che l'approccio di diminuire l'apporto calorico e aumentare il movimento è inefficace e superato e non possiamo più ignorare che proprio l’eccesso di peso sia responsabile di circa 70mila morti evitabili l’anno solo nel nostro Paese”
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DIVERSI FATTORI
- "L’obesità è una forma di malnutrizione per eccesso - ha affermato Alessio Molfino, professore associato di Medicina interna alla Sapienza di Roma -, ma ha una origine che riconosce fattori alimentari, genetici, emotivi, sociali, per questo risulta così difficile intervenire"
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- Per Molfino "esiste una stretta relazione tra sistema digestivo e sistema nervoso centrale chiamato asse intestino-cervello: l'equilibrio di questa via di comunicazione può essere alterata da numerosi fattori. Su questa complessità si innestano i fenotipi il cui riconoscimento permette una medicina sempre più personalizzata. I diversi fenotipi mostrano comportamenti peculiari”