Dislessia: verso un videogioco per facilitarne la diagnosi

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Alla Milano Digital Week l’hackathon #PlaySeriously, una sfida tecnologica per lo sviluppo di un “applied game” per lo screening della dislessia in fase prescolare

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Sviluppare un gioco con finalità educative, che potrebbe diventare uno strumento non invasivo e soprattutto inclusivo per lo screening della dislessia in fase prescolare. È l'obiettivo di #Playseriously, un hackathon internazionale che coinvolgerà il Sae Institute di Milano e altre cinque istituzioni formative in altrettanti Paesi del Sud Est Europa.

L'hackathon #Playseriously

In occasione della Milano Digital Week, il 12 novembre dalle 9:00 alle 18:30, studenti, alunni e professionisti junior del mondo game e di altre discipline umanistiche si sfideranno per realizzare un cosiddetto “applied game”, un gioco con finalità educative, che potrà aiutare nella diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) in fase prescolare, ovvero dai 5 ai 7 anni. Oltre al Sae Institute Milano sono stati coinvolti Sea Institute Belgrade (Serbia), Babes-Bolyai University (Romania), University of Banjia Luka (Bosnia and Herzegovina), University of Crne Gore (Montenegro) e University of Szeged (Ungheria). A queste realtà, si sono poi affiancati Play-Ability, la prima associazione italiana che si occupa di fare ricerca e progetti di sviluppo in ambito psico-sociale attraverso il videogame e il gioco più in generale, e Hogrefe, casa editrice italiana e internazionale che pubblica test dedicati proprio allo screening e alla diagnosi in ambito Dsa. Anche AIRIPA, l’associazione italiana di rappresentanza degli psicologi che si occupano di dislessia, è stata coinvolta con il patrocinio dell’evento, parte del calendario della Milano Digital Week. Le iscrizioni chiuderanno il 31 ottobre.

Come è nato il progetto

“Avevamo iniziato a sviluppare internamente un progetto che ci consentisse di trovare una modalità efficace per ridurre l’ansia da prestazione nei soggetti dello screening, creando un contesto ludico e protetto per testare alcuni indicatori, ma ci siamo dovuti scontrare con le difficoltà connesse ai finanziamenti e alle tempistiche”, ha spiegato Alessandra Micalizzi, docente e ricercatrice presso il Sae Institute Milano. “Grazie alla possibilità di accedere al bando Cei (Central European Initiative), però, abbiamo potuto tornare a riflettere sull’idea iniziale e aprire nuove strade coinvolgendo partner internazionali nella realizzazione #Playseriusly, un progetto in cui sviluppatrici e sviluppatori, game designer, game artist e psicologhe e psicologi potranno costruire le proprie squadre e partecipare a una sfida creativa con una finalità preziosissima”, ha concluso.

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