È quanto emerge dai risultati di un recente studio, , frutto di una collaborazione tra il Joslin Diabetes Center di Boston, l’Harvard Medical School, il Boston Children’s Hospital e il Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano
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È noto che il diabete può avere delle serie conseguenze sui reni, portando, in alcuni casi, a una condizione di insufficienza renale cronica. Un recente studio, frutto di una collaborazione tra il Joslin Diabetes Center di Boston, l’Harvard Medical School, il Boston Children’s Hospital e il Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano, ha fatto luce su questa conseguenza della patologia. I ricercatori hanno individuato nella proteina Nbl1 (Neuroblastoma suppressor of tumorigenicity 1) il fattore responsabile della perdita di funzione dei reni. Ad alte concentrazioni, questa proteina esercita un’azione tossica sulle cellule renali. Tale informazione, finora sconosciuta, potrebbe rivelarsi utile per identificare i pazienti più a rischio di insufficienza renale cronica e mettere a punto delle nuove terapie aventi come bersaglio proprio Nbl1. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Science Translational Medicine.
Le scoperte dei ricercatori
Lo studio ha permesso ai ricercatori di scoprire che livelli elevati di Nbl1 nel sangue sono associati al rischio di perdere precocemente la funzione renale, sia nei pazienti con diabete giovanile di tipo 1 che nei pazienti con diabete di tipo 2. La proteina, infatti, causa la perdita dei podociti nei glomeruli renali, confermata sia dall’analisi dei tessuti prelevati da pazienti diabetici sia da esperimenti condotti in provetta. “La scoperta del ruolo di Nbl1 non ha solo una forte valenza pronostica, ma ha anche grande importanza nella comprensione dei meccanismi che portano allo sviluppo di una delle complicanze dei diabete più diffusa al mondo, ossia la nefropatia diabetica”. A spiegarlo è Paolo Fiorina, ordinario di endocrinologia e direttore del Centro di Ricerca Internazionale sul Diabete di Tipo 1 presso il Centro di Ricerca Pediatrico Romeo ed Enrica Invernizzi”.
“Per la prima volta abbiamo identificato un fattore tossico diretto contro i podociti renali, dimostrando che non solo l’iperglicemia causa danno reale, ma che esistono fattori specifici che possono rappresentare un potenziale target per future terapie”.