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Polmonite da pneumococco: niente vaccino per un soggetto su 2

Salute e Benessere
©Ansa

È quanto emerso dall'indagine "Vaccinazione Pneumococcica nell'adulto: proposte per un accesso equo e consapevole", realizzata da Cittadinanzattiva

 

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Lo scorso inverno, una persona su due non ha ricevuto la vaccinazione contro lo pneumococco, batterio che rappresenta una delle cause più frequenti di polmonite, né contestualmente all’antinfluenzale, né in momenti diversi. Inoltre, tra il 47,6% dei soggetti che si sono sottoposti alla vaccinazione, solo il 19,5% l'ha ricevuta contestualmente ad un altro vaccino, mentre il 28,1% in momenti diversi. Sono alcuni dei dati emersi dall'indagine  "Vaccinazione Pneumococcica nell'adulto: proposte per un accesso equo e consapevole", presentata negli scorsi giorni a Roma da Cittadinanzattiva, che "evidenzia un calo della vaccinazione su tutte le fascia d'età", conseguente alla pandemia da Covid-19.

I dati emersi dall'indagine

L'indagine ha rilevato che il medico di famiglia, nel 92,7% dei casi, propone la vaccinazione pneumococcica a voce o durante una visita. Inoltre, nonostante la co-somministrazione nella stessa seduta con il vaccino antinfluenzale sia considerata una buona prassi, i dati di Cittadinanzattiva mostrano che le due vaccinazioni non "hanno viaggiato insieme" nel 22,5% dei casi: nel 63% perché è stato fissato un appuntamento in una seduta diversa. Come ha sottolineato Valeria Fava, responsabile della politiche della salute di Cittadinanzattiva, i dati sulle coperture del vaccino contro lo pneumococco, a differenza di quanto accade per altre vaccinazioni, "non vengono sistematicamente raccolti e l'offerta, pur se raccomandata e gratuita, presenta notevoli differenze regionali nell'organizzazione e nell'erogazione". Per questo, occorre subito un uniforme e programmato monitoraggio delle coperture da pneumococco negli adulti come già accade per il vaccino antinfluenzale", ha aggiunto. Bisogna però anche ampliare i punti di accesso alla vaccinazione attraverso la sottoscrizione di un accordo nazionale con i medici di medicina generale", così come attraverso il "coinvolgimento della farmacia dei servizi come ulteriore punto di somministrazione", ha concluso.

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