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Vaiolo delle scimmie, Spallanzani: nuovo caso in Italia. "In tutto sono 5”

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Sono saliti a 5 i casi accertati di vaiolo delle scimmie nel nostro Paese, come riferito dall’Istituto romano. L’ultimo caso, il quinto, ha “caratteristiche cliniche e di trasmissione simili ai precedenti”. Sono in corso, inoltre “accertamenti su altri casi sospetti”, ha precisato lo Spallanzani

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In Italia sono saliti a 5 i casi di vaiolo delle scimmie. Dopo le tre persone ricoverate allo Spallanzani di Roma “in buone condizioni cliniche” ed un 32enne aretino rientrato pochi giorni fa da una vacanza alle Canarie, un nuovo caso è stato riferito in data odierna. Lo ha reso noto la stessa struttura capitolina. “Un quinto caso, con caratteristiche cliniche e di trasmissione simili ai precedenti, è stato notificato oggi dall'Istituto Spallanzani.  Sono in corso gli accertamenti su altri casi sospetti”, ha precisato l'Istituto.

Un possibile legame con il focolaio delle Canarie

I ricercatori dello Spallanzani hanno, inoltre, riferito di aver “completato la prima fase dell'analisi della sequenza del Dna del Monkeypox virus relativo ai primi tre casi italiani”. I campioni risultati postivi, hanno spiegato gli specialisti, “sono stati sequenziati per il gene dell'emoagglutinina (HA), che consente l'analisi filogenetica”. Tutti i campioni in questione sono risultati affini al ceppo dell'Africa Occidentale, è stato rivelato, “con una similarità del 100% con i virus isolati in Portogallo e Germania”, altri Paesi nei quali sono emersi casi di vaiolo delle scimmie. “Potremmo essere anche in Italia di fronte a un virus paneuropeo, correlato con i focolai in vari Paesi europei, in particolare quello delle Isole Canarie”, ha sottolineato ancora lo Spallanzani.

Le rassicurazioni dell’Oms

Al momento sarebbero oltre i 190 i casi identificati nel resto del mondo. La situazione, secondo gli esperti, è complessa e con molti punti ancora da chiarire, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha voluto rassicurare. La stessa Organizzazione, infatti, ha affermato che è possibile contenere la trasmissione. “Intendiamo bloccare la trasmissione del virus da uomo a uomo e siamo in grado di farlo nei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie non è endemico”, ha riferito Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell'Oms. “Siamo in una situazione nella quale possiamo utilizzare strumenti di sanità pubblica per identificare i casi precocemente e affrontarne l'isolamento”, ha detto ancora.

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