Si tratta di ocrelizumab, anticorpo monoclonale con cui sono stati trattati 225mila pazienti in tutto il mondo. I benefici, nell’ambito della sclerosi multipla primaria e secondaria progressiva, sono stati rilevati sia in termini di progressione della malattia sia delle funzioni cognitive
Nell’ambito della sclerosi multipla primaria e secondaria progressiva sono stati rilevati benefici, sia in termini di progressione della malattia sia delle funzioni cognitive, grazie all'utilizzo di ocrelizumab, anticorpo monoclonale con cui sono stati trattati 225mila pazienti in tutto il mondo. Lo ha comunicato la multinazionale svizzera Roche, diffondendo i primi dettagli dello studio “Consonance”, i cui risultati verranno approfonditi nel corso del 74esimo convegno della American Academy of Neurology, in programma a Seattle.
L’importanza dei nuovi dati raccolti
“I nuovi dati relativi al primo anno dello studio Consonance sono particolarmente rilevanti per due motivi: suggeriscono benefici sia nella progressione della disabilità che nel declino cognitivo di chi vive con la sclerosi multipla progressiva, una malattia cronica del sistema nervoso centrale su base infiammatoria e neurodegenerativa che porta gradualmente alla perdita di cellule e fibre e al peggioramento della disabilità”, ha spiegato Luca Massacesi, professore ordinario di Neurologia presso l’Università degli Studi di Firenze. Lo studio, ha aggiunto, ha rilevato come, “dopo un anno di trattamento con ocrelizumab, unica terapia con dosaggio semestrale, 3 pazienti su 4 abbiano soddisfatto la condizione di assenza di progressione della malattia ed hanno avuto effetti positivi sulle funzioni cognitive, con il 70% dei pazienti che ha registrato stabilità o miglioramento delle stesse”.
Una sperimentazione “unica nel suo genere”
I risultati di questa analisi intermedia dello studio, comunque, “rappresentano la premessa di un risultato finale dello studio altamente positivo”, ha concluso Massacesi. Lo studio Consonance, hanno spiegato gli esperti, si è svolto nell’ambito di una sperimentazione di fase IIIb che Roche ha spiegato essere “unica nel suo genere, volta a valutare l'effetto di ocrelizumab”. In particolare, sono stati coinvolti 629 pazienti, con la valutazione di ocrelizumab a più lungo termine che proseguirà per quattro anni, con un totale previsto di 900 pazienti sparsi in 26 Paesi del mondo. L’anticorpo monoclonale, ha ricordato ancora Roche, è stato già approvato in 100 Paesi.