In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Peste suina, l'Oms: “Situazione mai così difficile, è in 50 Paesi”

Salute e Benessere
©Ansa

Questo il quadro emerso da un intervento del professor Manuel Sanchez-Vizcaino Rodriguez, esperto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e direttore del Laboratorio di riferimento per la Peste suina africana (PSA), in un'audizione al Senato. “Dal 1978, da quando mi occupo di Peste suina, non ho mai trovato la situazione difficile come in questo momento”, ha detto l’esperto

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

“Dal 1978, da quando mi occupo di Peste suina, non ho mai trovato la situazione difficile come in questo momento. La malattia è presente in cinque continenti e in oltre 50 Paesi e continua ad avanzare molto velocemente”. E’ la fotografia del problema descritta dal professor Manuel Sanchez-Vizcaino Rodriguez, esperto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e direttore del Laboratorio di riferimento per la Peste suina africana (PSA), in un'audizione al Senato.

Un decreto-legge per contrastare la PSA in Italia

La PSA, come spiega il ministero della Salute, è “una malattia virale che colpisce suini e cinghiali”. Risulta “altamente contagiosa e spesso letale per gli animali ma non è trasmissibile agli esseri umani”. Nel nostro Paese, di recente, è stata individuata un'area infetta che comprende 114 Comuni tra Liguria e Piemonte dove sono stati individuati più di 30 cinghiali trovati positivi alla peste suina. E, nei giorni scorsi, per arginare il problema è stato approvato in Consiglio dei Ministri, su proposta dei ministri Patuanelli e Speranza, un decreto-legge ad hoc. Il provvedimento si è reso necessario per eradicare la Peste suina africana nei cinghiali e per prevenire il contagio tra i suini da allevamento. Con l’obiettivo poi di assicurare la salvaguardia della sanità animale, la tutela del patrimonio suinicolo nazionale e dell'Unione europea e proteggere le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera.

La mancanza della sequenziazione genetica

Secondo Vizcaino Rodriguez il maggior pericolo ed il primo canale di trasmissione nell’ambito dell’epidemia di peste suina sono rappresentati dall'esportazione della carne di maiale infetta. E, per quanto riguarda l’Italia, è necessario comprendere a fondo come sia arrivata la Psa per poterla controllare. “Non è stata ancora fatta la sequenziazione genetica del virus in Italia”, ha detto l’esperto, “ed è ancora più importante conoscere l'origine, ossia sapere se è arrivato dall'Europa, dall'Ue o ancora dall'Asia e come, se via nave o su strada. Questo per evitare una seconda infezione e fare un rigoroso programma di sorveglianza”, ha spiegato ancora. Secondo lo stesso membro dell’Oms, “l'unica possibilità di cui disponiamo è il controllo della malattia che si può effettuare sulla base di tre singole azioni: la prevenzione precoce prima che si diffonda, il contenimento dell'area infettata e la riduzione della popolazione dei cinghiali”. Particolarmente importante, ha concluso, è anche il fatto che gli allevamenti di maiali “non siano nelle aree infette”. Nell’ambito dell'eradicazione della malattia, Vizcaino Rodriguez ha citato gli esempi della Repubblica Ceca e dal Belgio, Paesi da cui l'Italia potrà attingere informazioni preziose per replicare i processi attuati. Quanto al vaccino contro la Psa, il professore ha ricordato che è in corso un progetto dell’Unione Europea “che sta proseguendo bene” per cui lo stesso “potrà essere commercializzato tra circa 2 anni”.

approfondimento

Peste suina: Coldiretti, "penalizza settore ma carne sicura"