In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Covid, studio israeliano: la protezione del vaccino cala dopo 6 mesi

Salute e Benessere
©Getty

È quanto emerso da una ricerca condotta da diverse istituzioni israeliane, compreso il ministero della Salute, pubblicata sul New England Journal of Medicine

Condividi:

Quanto dura la protezione offerta del vaccino contro il Covid-19? Secondo un nuovo studio israeliano cala dopo circa sei mesi dalla somministrazione del preparato e continua a ridursi progressivamente fino a esporre al rischio di incorrere nell'infezione, specie laddove è più diffusa la variante Delta.
I risultati della ricerca, condotta da diverse istituzioni israeliane, compreso il ministero della Salute, sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Lo studio israeliano

Israele è stato il primo Paese nel mondo ad avviare una campagna massiva di vaccinazione anti-Covid. Nonostante gli alti tassi di copertura vaccinale, da giugno scorso i casi di Covid-19 nel Paese hanno ricominciato a crescere di pari passo alla diffusione della variante Delta. Rialzo che ha portato il Governo a indicare la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid già a partire dai mesi estivi. Nel corso del nuovo studio, sono state analizzate le infezioni da Covid-19 registrate durante il picco estivo, analizzando i dati di 5 milioni di soggetti che avevano ricevuto due dosi di vaccino prima dell'estate.

I risultati

Dall'analisi è emerso che in questa popolazione si sono verificati 13.426 casi di Covid-19, 403 dei quali severi, tra l'11 e il 31 luglio. "Il tasso di infezione da Sars-CoV-2 ha mostrato un chiaro aumento in funzione del tempo trascorso dalla vaccinazione", hanno osservato i ricercatori. Per esempio, tra gli ultra-sessantenni vaccinati a gennaio, il tasso di infezione è stato di 3,3 per 1.000 persone, in quelli vaccinati a febbraio si scende a 2,2 infezioni per 1.000 persone, in quelli vaccinati a marzo si arriva a 1,7 infezioni per 1.000. Secondo il team di ricerca, questi numeri confermano che la recrudescenza estiva di Covid-19 è stata causata, non dall'inefficacia del vaccino contro la variante Delta, ma da un progressivo calo della protezione acquisita: "Se non ci fosse un calo dell'immunità, non ci sarebbero differenze nei tassi di infezione tra le persone vaccinate in momenti diversi". Secondo i ricercatori israeliani, dunque, i risultati dell'analisi supportano la somministrazione di una terza dose di vaccino.

approfondimento

Coronavirus in Italia e nel mondo: news di oggi 28 ottobre