Analizzando una regione del cervello chiamata locus coeruleus (LC) tramite la risonanza magnetica sarebbe possibile diagnosticare precocemente la malattia. A indicarlo uno studio pubblicato su Science Translational Medicine
Analizzando una regione del cervello chiamata locus coeruleus (LC) tramite la risonanza magnetica sarebbe possibile diagnosticare precocemente l'Alzheimer. È la promessa che arriva da un nuovo studio condotto da Heidi Jacobs del Massachusetts General Hospital di Boston. I risultati dell'analisi, descritta sulle pagine della rivista specializzata Science Translational Medicine, suggeriscono che eventuali anomalie di questa regione che si trova alla base del cervello potrebbero essere la spia della presenza della malattia.
Lo studio nel dettaglio
Per compiere lo studio, il team
di ricerca ha analizzato i risultati di risonanze magnetiche e
tomografie ad emissione di positroni eseguite su persone sane, soggetti
con deficit cognitivi e malati di Alzheimer,
al fine di valutare un'eventuale correlazione tra questa struttura
cerebrare e la malattia di Alzheimer. Dal confronto è emerso che il
livello di compromissione dell'integrità del locus coeruleus sarebbe
direttamente proporzionale alla gravità del declino cognitivo e a un
decorso più rapido della malattia.
Ciò significa che una minore
integrità di quest'area cerebrale sarebbe associata a un maggiore
declino cognitivo della persona. Questo indicatore potrebbe, dunque,
aiutare anche a monitorare il decorso della malattia.
"Essere capaci
di identificare e misurare l'inizio della patologia è cruciale per
migliorare la diagnosi precoce e per identificare individui da
selezionare per partecipare alle sperimentazioni cliniche di farmaci
sperimentali che mirano a rallentare il decorso degenerativo della
malattia", hanno spiegato gli autori sulle pagine della rivista
specializzata. "L'analisi dell'integrità di questa parte del cervello
potrebbe divenire quindi utile a questo scopo".
Demenza: nel mondo il 75% di chi è affetto è senza diagnosi
Quanto
ai numeri, stando ai dati del Rapporto Mondiale Alzheimer 2021, diffuso
nel nostro Paese dalla Federazione Alzheimer Italia, in occasione della
Giornata Mondiale dedicata a questa patologia, il 75% dei 55 milioni di casi di demenza
che si stimano a livello globale non ha una diagnosi ufficiale.
Percentuale che sale al 90% nei Paesi a basso-medio reddito. Dal
rapporto è emerso un altro dato preoccupante: 1 medico su 3 pensa che la
diagnosi sia inutile.
"Il 33% dei medici interpellati crede che una
diagnosi sia inutile perché per la demenza non c'è nulla da fare: è
questo il dato che più ci preoccupa del Rapporto", ha commentato
Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia, per
poi sottolineare: "Noi crediamo proprio l'opposto: è vero che le persone
con demenza sono inguaribili dal punto di vista farmacologico, ma sono
curabili. Da anni portiamo avanti iniziative "dementia friendly" per far
sentire accolte e incluse le persone con demenza e i loro familiari".