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Covid, Pregliasco: "All'aperto il rischio di contagi non è zero"

Salute e Benessere

Durante un’intervista a Timeline, su Sky TG24, il virologo ha parlato anche dell’andamento della campagna vaccinale, della scelta di Emmanuel Macron di rendere obbligatorio il Green Pass per accedere a varie attività e dell’importanza del tracciamento

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Nel corso di un’intervista a Timeline, su Sky TG24, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ha parlato delle probabilità di contrarre il coronavirus all’aperto. L’esperto ha spiegato che il contagio “è un fatto di probabilità, non si è mai detto che all’aperto il rischio è zero. Dipende dal tempo, dall’intensità e dalla vicinanza. Stare a gridare vicini aumenta le probabilità”. Il riferimento, piuttosto evidente, è agli assembramenti che si sono verificati negli ultimi giorni, in concomitanza delle partite che hanno portato la Nazionale italiana a vincere gli Europei di calcio

 

Ricordando i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto dell’Inter, Pregliasco ha sottolineato che in quell’occasione “era andata piuttosto bene, perché eravamo ancora in una condizione migliore. Eravamo da poco usciti dal lockdown, che ha fatto il grosso del lavoro, e lì la variante Delta non c’era ancora”. Pregliasco ha sottolineato che, sebbene il rischio legato al singolo contatto sia basso, la sommatoria di tanti contatti interpersonali aumenta le probabilità di contrarre il coronavirus.

(VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

“Dobbiamo convincere chi ha dei dubbi sul vaccino”

Pregliasco ha poi parlato dell’andamento della campagna vaccinale e della necessità di convincere chi è indeciso nei confronti del vaccino. “Gli hub sono serviti per raggiungere velocemente le persone che desideravano vaccinarsi, ora va fatto un lavoro su chi è dubbioso, non dico i no vax, ma i “nì vax”, se possiamo immaginare questa categoria. Non è facile. Potremmo raggiungere chi ha avuto difficoltà, diffidenza o non è stato proattivo, ma temo davvero che uno zoccolo duro di persone non si riuscirà a convincere. Diciamolo chiaramente, a me non dispiacerebbe anche l’obbligatorietà del vaccino”.

Pregliasco ha commentato anche la scelta di Emmanuel Macron di rendere il Green Pass necessario per accedere ad attività come bar e centri commerciali. Il virologo ha definito questa decisione “spiacevole”. “In Italia è già stata una sconfitta l’obbligatorietà per il personale sanitario. È vero, vaccinandosi si rischia qualcosa, poco, pochissimo, ma questo serve per convivere con il virus in modo migliore e recuperare la libertà. Il Green Pass diventa un convincimento, se vogliamo anche forzoso, ma ci sta, nell’interesse dello Stato, su due elementi: la ripresa dell’operatività e degli interscambi, ma anche una riduzione dei costi sanitari. Oltre a soffrire, le persone che finiscono in terapia intensiva costano una quantità di denaro notevole e occupano spazi che dovrebbero essere dedicati anche ad altre patologie. L’interesse istituzionale dello Stato c’è e a mio avviso il Green Pass è una stringenza, magari anche maldigerita, che lascia una libertà, ma fa sì che si possa orgogliosamente dimostrare di essere solidali. Col mio Green Pass dimostro di aver corso dei rischi per la comunità di cui faccio parte”.

L’importanza del tracciamento

Per quanto riguarda le misure di contrasto al Covid, Pregliasco ha affermato che il Governo dovrebbe pensare al tracciamento. “Ora c’è la possibilità di mantenerlo per quanto possibile. Poi regolarsi sugli elementi più importanti, come l’impegno degli ospedali. Sicuramente possiamo modificare degli aspetti riguardanti l’incidenza, perché abbiamo visto che se il vaccino anche da noi e nelle altre nazioni funzionerà e continuerà a funzionare per evitare la malattia grave, allora questi sono i parametri che ci interessano, ovvero quante persone si ammalano gravemente”, ha concluso Pregliasco.

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