L'immunologo, esperto della Emory University di Atlanta, lo ha spiegato nel corso di un'intervista televisiva, affrontando l'argomento relativo all'origine del Sars-CoV-2. "Senza andare a fare teorie cospiratorie, complottismi eccetera quello che è importante è cercare di acquisire quanti più dati possibili in modo trasparente e indipendente da ogni interferenza politica”, ha detto
“Abbiamo trovato una sequenza nel virus strana in una replica naturale. Questo non vuol dire che sia successo sicuramente in laboratorio ma sarebbe una spiegazione non peregrina. Servirebbero dati trasparenti e indipendenti per capire”. Con queste parole l'immunologo Guido Silvestri, esperto della Emory University di Atlanta, ha spiegato a “Mezz'ora in Più”, su Rai 3, si è espresso sull'origine del Sars-CoV-2. L'ipotesi che il virus del Covid-19 sia “scappato” dal laboratorio di virologia di Wuhan, ha sottolineato, potrebbe essere un’ipotesi “credibile” ma, ha aggiunto, “senza andare a fare teorie cospiratorie, complottismi eccetera quello che è importante è cercare di acquisire quanti più dati possibili in modo trasparente e indipendente da ogni interferenza politica”, ha detto. (VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
La tesi dell’immunologo
“C'è una zona della sequenza del virus della proteina Spike, 12 nucleotidi, che stanno a metà tra la prima e la seconda parte della famosa proteina Spike, la S”, ha argomentato ancora Silvestri, spiegando la sua tesi. Si tratta di “una sequenza particolarmente strana da spiegare con un semplice passaggio da un virus all'altro attraverso ricombinazione, per un insieme di motivi che sono complicati da dire e hanno a che fare con la struttura del codice genetico”, ha continuato. “Tutti hanno trovato questa sequenza che è strana da spiegare attraverso una ricombinazione naturale e noi sappiamo da fonti certe che all'Istituto di virologia di Wuhan si stava lavorando da anni all'elaborazione in vitro di varianti virali in qualche modo artificiali”, ha aggiunto, parlando di varianti “che avevano un'aumentata capacità di infettare cellule umane sia in vitro sia in topi che avevano il recettore Ace2 dell'uomo messo all'interno del loro organismo”.
Il market di Wuhan e l’istituto di virologia
Tutto ciò, ha poi concluso Silvestri, non significa “che è successo in realtà e che il virus è partito da lì però è una spiegazione che non è totalmente peregrina e bisogna tenere a mente che l'insorgenza della pandemia a Wuhan, nel famoso market, è avvenuta letteralmente a due o tre chilometri di distanza, se non vado errato, proprio da dove c'è l'istituto di virologia di Wuhan”, ha concluso l’esperto. Fondamentale adesso, ha spiegato l’immunologo, cercare di avere a disposizione quanti più dati sarà possibile reperire, in modo trasparente e indipendente, per fare davvero luce sull’origine di questo virus.
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