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Malattie infiammatorie intestinali, nel mondo coinvolte 5 milioni di persone

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

A fare il punto su queste patologie sono stati gli esperti del Centro Ibd del Policlinico Gemelli Irccs, uno dei centri principali in Italia e in Europa per il trattamento delle MICI, le malattie infiammatorie croniche dell'intestino. Solo in Italia, si stima, a soffrirne sarebbero circa 240-250 mila pazienti

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Nel mondo sono oltre 5 milioni le persone affette da malattie infiammatorie croniche dell’intestino mentre in Italia, seppur non sia presente un registro per queste patologie, si stima che possano esserci circa 240-250 mila pazienti coinvolti, dei quali circa il 60% con colite ulcerosa e circa il 40% con malattia di Crohn, nota anche come enterite regionale, una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, provocando una vasta gamma di sintomi. A fare il punto sono stati gli esperti del Centro Ibd del Policlinico Gemelli Irccs, in occasione della Giornata mondiale pensata per sensibilizzare su queste malattie, celebratasi proprio ieri, 19 maggio.

L’esordio tra i 20 ed i 30 anni

Come si legge anche in un articolo pubblicato sul sito del Policlinico Gemelli, l’esordio di queste malattie avviene in genere in un’età compresa tra i 20 e i 30 anni. Ma nel 20% dei casi, vengono diagnosticate anche in età pediatrica. Malattia di Crohn e colite ulcerosa sono inoltre in continuo aumento sia nei Paesi occidentali, che in Cina e in India. Secondo il professor Alessandro Armuzzi, responsabile del Centro IBD del Policlinico Gemelli e professore associato di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, “le cause sono multifattoriali e solo parzialmente conosciute”. Secondo l’esperto, “le MICI si sviluppano in pazienti con una predisposizione genetica, nei quali a un certo punto, per fattori ambientali non ancora chiariti e forse legati all’alimentazione o allo sviluppo economico e al conseguente aumento dei servizi igienico-sanitari, si innesca una modificazione del microbiota intestinale, che determina una risposta immunitaria aberrante a livello della mucosa intestinale”. Da qui la possibilità che si sviluppino le ulcere e compaiano i sintomi tipici della malattia.

I sintomi caratteristici

L’impatto di queste malattie sulla qualità di vita e sulla sfera psicologica delle persone, riferiscono ancora gli esperti, “è enorme”, ma “la malattia non deve mai rappresentare un limite”. Proprio la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è uno dei centri principali in Italia e in Europa per il trattamento delle MICI, le cui manifestazioni cliniche, tra l’altro, sono molto variegate: fatto, questo, che può contribuire ad un ritardo diagnostico, anche di anni rispetto all’esordio dei sintomi, in alcuni pazienti. I sintomi caratteristici sono diarrea cronica, persistente anche per più di sei settimane e a volte con sangue, la stanchezza, la perdita di peso. E, in una certa percentuale di casi, possono associarsi anche altre manifestazioni come l’artrite, una patologia infiammatoria della cute, dell’occhio e a volte anche del fegato.

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