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Vaccino anti-Covid, disdette Astrazeneca tra il 5% e il 10%. La situazione in Italia

Salute e Benessere

In Friuli Venezia Giulia il più alto numero di rinunce: un terzo dei prenotati. Intanto, sempre per quanto riguarda il prodotto anglo-svedese, è slittato per questa settimana l'invio i 134mila dosi in Italia, a causa della sospensione precauzionale disposta nei giorni scorsi, ma il carico verrà recuperato il prossimo 24 marzo. E a metà aprile arriverà il monodose di Johnson&Johnson

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Oscilla tra il 5% e il 10% la quota di italiani che ha rinunciato al vaccino anti-Covid di Astrazeneca, secondo le prime stime, dopo lo stop temporaneo e cautelativo da parte dell'Aifa. Ieri nel nostro Paese sono ripartite le somministrazioni del prodotto, sospeso dal 15 al 18 marzo, in seguito al pronunciamento favorevole dell'Ema. "In alcune regioni l'annullamento delle prenotazioni dei vaccini con Astrazeneca è stato del 20%, in altre del 10% e in altre ancora non c'è stato”, ha detto il commissario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, alla caserma Cecchignola, a Roma, dopo essersi vaccinato proprio con Astrazeneca (COVID-19, AGGIORNAMENTI - SPECIALE).

Le disdette per Astrazeneca, Friuli Venezia Giulia in testa

Il dato peggiore per quanto riguarda le disdette relative al vaccino anglo-svedese riguarda il Friuli Venezia Giulia. "Noi abbiamo registrato già lunedì - ha spiegato il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi, durante un incontro - quando si cominciava a vedere qualche reazione di troppo, una riduzione del 10% della domanda e della prenotazione. Al 18 marzo, sulle 3000 prenotazioni" per le inoculazioni di Astrazeneca previste fino a giovedì e poi saltate a causa della sospensione, "contavamo un terzo di disdette”. Da qui l’appello del governatore Massimiliano Fedriga: ”Abbiamo l'arma. Se non viene utilizzata o qualcuno non la vuole utilizzare saremo di fronte a un muro insormontabile”.

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Slitta l’invio di dosi settimanale Astrazeneca

Intanto, sempre per quanto riguarda Astrazeneca, è slittato per questa settimana l'invio delle dosi in Italia. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, l'arrivo di 134mila dosi del vaccino previsto giovedì scorso è stato annullato per motivi logistici a causa della sospensione precauzionale delle somministrazioni del siero che era stata disposta nei giorni scorsi. Con la ripartenza delle somministrazioni del vaccino di Oxford - viene precisato dalla struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo - il carico verrà recuperato il prossimo 24 marzo e si sommerà alle altre 145mila dosi ancora previste per quel giorno: saranno recapitate in tutto 279mila dosi.

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Vaccini, la situazione in Italia

Sono 9.577.500 i vaccini anti-Covid distribuiti in Italia secondo l’ultimo aggiornamento del report del governo sulla campagna. Di questi, oltre 6,6 milioni sono di Pfizer, 493mila di Moderna e oltre 2,4 milioni di Astrazeneca. Guardando alle somministrazioni, invece, Pfizer è a oltre 5,9 milioni di dosi inoculate (il 90,05%), Astrazeneca a oltre 1,1 milioni (46,62%) e Moderna a oltre 321mila (65,28%).

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Johnson&Johnson, arrivo previsto ad aprile

Tutto questo in attesa dell’arrivo del vaccino monodose di Johnson&Johnson. Le dosi - ha fatto sapere ancora il commissario Figliuolo - arriveranno in Italia nella seconda metà di aprile e in quel periodo l'obiettivo fissato è la somministrazione di 500mila fiale al giorno. Successivamente, tra maggio e giugno, dovrebbe anche aumentare l'arrivo di dosi del vaccino americano che si somministra in un'unica soluzione.

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