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Covid Italia, terapie intensive sopra la soglia "critica" in 8 Regioni

Salute e Benessere
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Lo rivela il monitoraggio pubblicato sul portale dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), aggiornato al 24 febbraio. È al 29%, invece, la percentuale di posti letto nei reparti di malattie infettive, medicina generale e pneumologia, occupati da pazienti Covid−19, a livello nazionale

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In Italia salgono a quota 8 le Regioni che hanno superato la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA). Lo rivela il monitoraggio pubblicato sul portale dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), aggiornato al 24 febbraio.
In particolare, si tratta di Abruzzo (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (33%), Marche (36%), Molise (36%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (39%) e Umbria (57%).

 

Monitoraggio Agenas: altri dati

 

È al 29%, invece, la percentuale di posti letto nei reparti di malattie infettive, medicina generale e pneumologia, occupati da pazienti Covid−19, a livello nazionale.
Questo dato, come precisato nel monitoraggio, è stabile rispetto a una settimana fa. Ed è di 11 punti sotto il livello del 40%, definito come "soglia critica" dal Decreto del Ministero della Salute dello scorso 30 aprile, ovvero la percentuale superata la quale diventa problematica la presa in carico dei pazienti che necessitano il ricovero per motivi di salute non collegati al Covid-19.  Sono 4, tuttavia, le Regioni che hanno superato tale soglia di sicurezza, una in più rispetto al 17 febbraio: Marche (47%), Molise (43%), Bolzano (41%), Umbria (54%).

Covid, Gimbe: 3 anziani su 100 hanno completato la vaccinazione

 

Nuovi numeri arrivano anche dall'ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Ad oggi solo 3 anziani su 100 hanno completato la vaccinazione anti Covid e "la continua revisione al ribasso delle forniture, in soli 2 mesi, ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021, che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni". Nel report, la Fondazione Gimbe sottolinea come "una riduzione di tale entità, se da un lato è imputabile ai ritardi di produzione e consegna, dall'altro risente di irrealistiche stime di approvvigionamento del Piano originale".
Preoccupa anche la frenata delle somministrazioni legata a difficoltà organizzative. Stando ai numeri aggiornati a ieri, 24 febbraio 2021, il Italia hanno ricevuto anche la seconda dose del vaccino oltre 1,34 milioni di persone (2,25% della popolazione). Tuttavia, il report evidenzia marcate differenze regionali: dall'1,58% dell'Abruzzo al 4,17% della P.A. di Bolzano.
Tra gli over 80, solo 380 mila (l'8,6%) su oltre 4,4 milioni hanno ricevuto la prima dose e circa 127 mila (il 2,9%) hanno ricevuto anche la seconda.
Quanto alle altre categorie, secondo i numeri del rapporto Gimbe, "è stato somministrato solo il 14% delle dosi di AstraZeneca, destinate a insegnanti e forze dell'ordine", con  notevoli differenze regionali.
"Dai primi posti in classifica tra i Paesi europei conquistati nella prima fase della campagna vaccinale, l'Italia ha perso numerose posizioni perché non tutte le Regioni erano pronte", ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Per uscire dalla pandemia "è necessario un netto cambio di passo del Governo Draghi".

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