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Vaccini, Oms: per Moderna la seconda dose fino a 42 giorni dopo

Salute e Benessere
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A segnalarlo il Sage, il gruppo di esperti di consulenza strategica sull'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), per cui l’indicazione vale però solo in casi eccezionali. Tra le altre segnalazioni, quella di non dimezzare la dose e di non somministrare il vaccino alle donne in gravidanza, a meno che i benefici per la gestante superino i potenziali rischi

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Il vaccino anti-Covid prodotto e sviluppato da Moderna, azienda statunitense che opera nel campo delle biotecnologie, può essere somministrato in due dosi, a 28 giorni di distanza l'una dall'altra. Ma, in alcuni casi particolari per il carico dei malati in un Paese, tale lasso di tempo può essere esteso fino a 42 giorni. E' una delle indicazioni che sono arrivate dal Sage, il gruppo di esperti di consulenza strategica sull'immunizzazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Non raccomandato dimezzare la dose

Questa dunque la valutazione degli esperti che hanno segnalato come, sebbene i dati a supporto non siano forti, questo è stato il periodo più lungo scelto nella fase 3 di sperimentazione del vaccino mRNA-1273, questo il nome scientifico del siero di Moderna. La maggior parte dei volontari, hanno segnalato dall’Oms, ha ricevuto comunque il richiamo dopo un tempo più breve, mentre non è stato raccomandato di dimezzare la dose.

Le segnalazioni relative alle donne incinta

Il documento relativo a queste indicazioni, discusso lo scorso 21 gennaio come si legge anche sul portale ufficiale dell'Oms, raccomanda anche di somministrare il vaccino di Moderna solamente all’interno di strutture all’interno delle quali sia possibile trattare i casi di reazioni anafilattiche. Inoltre, pur riconoscendo l'importanza della vaccinazione per le donne incinta, il rapporto non raccomanda di somministrare il vaccino in gravidanza, a meno che i benefici per la gestante superino i potenziali rischi. Ad esempio, nel caso di operatrici sanitarie ad alto rischio di esposizione al virus oppure di donne incinte con altre patologie che possono favorire il rischio di forme gravi di Covid-19. Sempre in quest’ottica, sebbene non siano stati ottenuti dati sul vaccino durante l’allattamento, dato il suo meccanismo d'azione, secondo gli esperti del Sage è improbabile che possa causare dei rischi. Proprio per questo motivo, secondo l’Oms è raccomandabile vaccinare anche le donne in allattamento.

Le altre indicazioni

Tra le altre indicazioni relative al siero di Moderna, gli esperti consigliano di immunizzare anche chi si è già ammalato di Covid, sia attraverso una forma sintomatica sia asintomatica, ma data la poca disponibilità dei vaccini stessi, chi ha avuto l'infezione nei precedenti 6 mesi ha facoltà di ritardare la vaccinazione alla fine di tale periodo. E sempre in virtù della momentanea e scarsa disponibilità dei vaccini, oltre alla mancanza di dati certi relativi al fatto che il vaccino riduca il rischio di trasmissione, il Sage ha spiegato di non raccomandare il vaccino per i viaggiatori, a meno che non rientrino tra i gruppi ad alto rischio identificati dall'Oms.

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