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Covid, Ricciardi: 27mila operatori sanitari infettati nell’ultimo mese

Salute e Benessere

Il consulente del ministero della Salute ha spiegato che questa situazione sta mettendo in difficoltà gli ospedali, che faticano a curare tutti i pazienti

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L’emergenza coronavirus sta creando non pochi problemi agli operatori sanitari. I medici e gli infermieri contagiati dal virus sono sempre più numerosi e il personale rimasto è sottoposto a una pressione elevata. A tracciare un quadro preciso della situazione è Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute. “In questo momento, in Italia, non riusciamo a curare i pazienti Covid e nemmeno quelli affetti da altre patologie perché stiamo conducendo una guerra in cui il nostro esercito di operatori sanitari è in progressiva decimazione”, ha spiegato l’esperto nel corso di un intervento all’evento online “Next generation health: le priorità degli italiani per la Sanità del futuro”, organizzato dall’azienda farmaceutica Janssen Italia.

Le difficoltà dei pazienti

Ricciardi ha sottolineato che nel corso dell’ultimo mese si sono infettati 27mila tra medici e operatori e “già mancavano 53mila infermieri”. “È di ieri la notizia che un’importante struttura oncologica italiana ha dovuto sospendere le chemioterapie perché l’unico infermiere che era di servizio si è infettato. In questo momento abbiamo dei pazienti che hanno patologie oncologiche e non possono accedere alla chemioterapia, così come altri pazienti non possono essere sottoposti a interventi chirurgici necessari e altri ancora non possono accedere alle terapie cardiovascolari”, ha aggiunto. “Insomma, è una situazione che predetermina quella tempesta perfetta di cui parlavamo da tempo. C’è un enorme problema di accesso e dobbiamo darci una mossa”.

 

“Serve un programma straordinario di assunzioni”

Sempre nel corso del suo intervento, Ricciardi ha detto che la sanità italiana ha bisogno di un programma straordinario di assunzioni che preveda anche un aumento degli stipendi. Per l’esperto si tratta di una condizione necessaria per invogliare i neolaureati a restare in Italia e a non trasferirsi in un altro Paese dell’Ue dove “possono guadagnare tra i 3mila e i 4mila euro al mese”. Ricciardi ha poi aggiunto che serve attuare una “rapida trasformazione digitale e un coinvolgimento attivo dei pazienti”.

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