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Vaccino Covid, Locatelli: le prime vaccinazioni nella primavera 2021

Salute e Benessere

Secondo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, il vaccino sarà inizialmente somministrato alle persone fragili, alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari

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Nel corso di un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, Franco Locatelli, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha affrontato il tema dei vaccini per il coronavirus Sars-CoV-2. “Si sta facendo un grande sforzo internazionale sui vaccini. Realisticamente credo che potremmo far partire le vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari nei primi mesi della prossima primavera”.

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) - ©Ansa

Locatelli: “Serve una strategia”

Sempre nel corso dell’intervista a InBlu Radio, Locatelli ha fatto il punto della situazione sui tamponi. Ha definito il lavoro di Arcuri “formidabile” e ha spiegato che negli ultimi giorni il numero dei tamponi molecolari eseguiti ha superato quota 150mila. Per l’esperto, tuttavia, in questo momento è più importante parlare di strategie che di numeri. Se è facile dire “facciamo più tamponi”, non lo è altrettanto elaborare “una strategia in termini di sistema Paese per dar corso alla realizzazione di questi tamponi”. “Dobbiamo rende più efficienti i percorsi e dare un ruolo importante ai medici di medicina generale”, ha precisato Locatelli. “La situazione attuale è ben diversa rispetto a quella di marzo, dove il carico di patologia che gravava era significativamente maggiore rispetto a oggi. Basta andare a vedere il numero delle terapie intensive e delle persone che hanno perso la vita. Certamente c’è stata un’accelerazione importante del numero dei contagiati, ma ci sono significative differenze”.

 

L’aumento dei casi

“Che ci sia stata un’accelerazione dei casi è innegabile, ma non direi che ci sia una crescita esponenziale”, ha dichiarato a Locatelli nel corso di un intervento alla trasmissione “Mezz’ora in più”, su Rai 3. Secondo l’esperto è importante guardare i numeri con allerta, evitando però di farsi prendere dal panico. “Solo un terzo dei casi di ieri è sintomatico, a febbraio invece identificavamo tutti soggetti sintomatici. I numeri nelle terapie intensive, 700 ricoverati, non sono neanche lontanamente paragonabili al picco dei 4000 casi”. Locatelli ha sottolineato che, rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia gode di un livello di preparazione migliore e ha un numero di casi positivi in proporzione ai test realizzati fra i più bassi. Inoltre, nella Penisola l’età media dei contagiati è più bassa.

 

Locatelli: “La scuola deve rimanere aperta”

Nel corso del suo intervento, Locatelli ha parlato anche del futuro delle scuole. “La scuola deve rimanere aperta: è una priorità di questo Paese assieme al lavoro, ed è stato fatto uno sforzo straordinario dai ministri Speranza e Azzolina. Per altro il contributo della scuola alla diffusione del contagio è stato limitato”. L’esperto ha aggiunto che è importante “tenere d’occhio gli assembramenti, incrementando i meccanismi di controllo e sorveglianza”.

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