Lo hanno segnalato i medici della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe), in occasione della campagna internazionale "Old Lives Matter", ideata per sensibilizzare sul tema della discriminazione degli anziani, partita proprio oggi, 14 settembre
Le persone anziane "sono discriminate”, a tal punto che con l’avanzare degli anni e invecchiando “si dimezzano le cure per il cuore: le corrette cure cardiologiche migliorano la sopravvivenza e la qualità di vita anche e soprattutto in tarda età e invece diminuiscono, fino quasi a dimezzarsi, man mano che avanzano gli anni". La denuncia è giunta dagli esperti della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe), proprio in occasione della campagna internazionale "Old Lives Matter", ideata per sensibilizzare sul tema della discriminazione degli anziani, partita oggi, 14 settembre, nell’ambito delle celebrazioni dei 20 anni dei diritti degli anziani nella Carta europea.
Una “discriminazione grave ed inaccettabile”
Quella segnalata dagli esperti del SICGe farebbe parte di una vera e propria “discriminazione grave e inaccettabile che si consuma sulla pelle degli anziani che ne avrebbero più bisogno e ne trarrebbero i maggiori benefici, con uno spreco di risorse, oltre che di vite e sofferenze individuali”. Questo soprattutto perchè “un anziano curato male ha conseguenze potenzialmente gravi e frequenti ri-ospedalizzazioni”, spiegano i cardiologi. Nel raccontare i risvolti di questa questione, la Società Italiana di Cardiologia Geriatrica segnala che ogni anno, in Italia, 150mila over 65 rientrano nella categoria dei pazienti colpiti da infarto o ictus e 200mila si ammalano di scompenso cardiaco. Si tratta di un insieme di nuovi pazienti ancora troppo spesso tagliati fuori dalle terapie più avanzate, secondo gli esperti senza valide ragioni cliniche né economiche, ma solo in base all'età.
I numeri in Italia, secondo i dati di SICGe
"Le malattie cardiovascolari riguardano oltre il 60% degli over 65, con un picco dell'80% negli ultra 85enni, che in Italia raggiungono 2,2 milioni”, ha sottolineato Alessandro Boccanelli, presidente del SICGe. “Tuttavia, con l'aumento dell'età le prescrizioni farmacologiche e i regolari controlli si riducono fino a dimezzarsi negli over 85, in cui registriamo un sostanziale sotto-trattamento fino al 40% dei casi", ha poi aggiunto. Causa di questa tendenza, sarebbe “l'errata convinzione che una persona anziana non tragga benefici dalle terapie" e che non ci sia convenienza nel trattamento. Invece, secondo gli esperti di cardiologia geriatrica, è vero il contrario: "gli anziani in forma possono essere una preziosa risorsa sociale e si stima che possano far crescere la produttività del Paese dell'1%", ha spiegato poi ancora Boccanelli.