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Coronavirus, in USA test per cura anticorpale dal plasma delle mucche

Salute e Benessere

La particolarità del trattamento riguarda il fatto che deriva dal plasma di mucche ingegnerizzate geneticamente in modo tale che il loro sistema immunitario sia in parte umano. I primi studi sull’uomo potrebbero iniziare già a partire dal mese di luglio

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Dagli Stati Uniti arriva una possibile nuova arma contro il coronavirus. Si tratta di un trattamento anticorpale Covid-19 derivato dal plasma delle mucche, messo a punto da SAB Biotherapeutics, un’azienda biofarmaceutica del Sud Dakota, che si sarebbe rivelato efficace contro il nuovo coronavirus in test in laboratorio. 

Come riporta la Cnn, stando alle stime della società sviluppatrice, i primi studi sull’uomo potrebbero iniziare già a partire dal mese di luglio. 

 

Plasma da mucche con sistemi immunitari parzialmente umani

 

La particolarità del trattamento, chiamato SAB-185, riguarda il fatto che deriva dal plasma di mucche ingegnerizzate geneticamente in modo tale che il loro sistema immunitario sia in parte umano. Questo processo, come riporta la fonte, consente agli animali di produrre anticorpi umani contro il nuovo coronavirus Sars-Cov-2, poi trasformati in un farmaco per attaccare il virus.

"Questi animali producono anticorpi neutralizzanti che uccidono il nuovo coronavirus in laboratorio", ha spiegato

Eddie Sullivan, amministratore delegato di SAB Biotherapeutics. “Non vediamo l’ora di proseguire con gli studi clinici. Ci auguriamo che questo trattamento potrà essere di aiuto nella lotta contro il  coronavirus”.

La storia del nuovo trattamento  

 

Per produrre il farmaco, l’azienda del Sud Dakota ha inizialmente prelevato delle cellule della pelle da una mucca, per poi intervenire al loro interno eliminando i geni responsabili della creazione di anticorpi per mucche e inserendo al loro posto un cromosoma umano artificiale ingegnerizzato che produce anticorpi umani. Successivamente gli esperti hanno inserito il Dna ottenuto in un ovulo di mucca e lo hanno trasformato in un embrione, poi impiantato nell’animale. Sono così riusciti a dare vita a diverse centinaia di mucche geneticamente identiche, con sistemi immunitari parzialmente umani. 

Iniettando negli animali una parte non infettiva del nuovo coronavirus, i ricercatori sono così riusciti ad ottenere dalle mucche anticorpi umani contro il nuovo virus. 

Le mucche, secondo l’azienda sviluppatrice del nuovo trattamento, presenterebbero numerosi vantaggi rispetto ai donatori di plasma umano, in quanto dotate naturalmente di una risposta immunitaria più “forte”. Inoltre, hanno più plasma a disposizione e possono donarlo tre volte al mese. 

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