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Coronavirus, Arcuri: "Pronti a picco anche superiore ma non all’apocalisse"

Salute e Benessere

Queste le parole del commissario straordinario, in riferimento a ciò che potrà succedere una volta iniziata la cosiddetta “fase 2”. Regioni e ospedali sono attrezzati, tra ventilatori e posti in terapia intensiva, ha detto Arcuri, parlando anche dell’app di tracciamento

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“Abbiamo fatto uno sforzo più che straordinario ma tutto questo è compatibile con un andamento dell’epidemia che resti entro i picchi che si sono verificati all’inizio di questa tragedia. Se l’epidemia assumesse dimensioni apocalittiche non c’è nessun sistema sanitario al mondo in grado di reggere”. Con queste parole Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, ha commentato l’avvicinamento alla cosiddetta “Fase 2”, per cui anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha predicato estrema cautela: "Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza”.

La situazione tra ventilatori e terapie intensive

Le Regioni italiane sono comunque pronte a reggere eventualmente anche picchi superiori a quelli già affrontati, anche considerando i ventilatori e i posti letto nelle terapie intensive. "Siamo attrezzati, l'apocalisse non la regge nessuno, ma siamo tutti convinti che non ci sarà. Abbiamo ora circa 1.980 posti occupati in terapia intensiva su una disponibilità di 9 mila, abbiamo distribuito 4.200 ventilatori e potremmo raddoppiare il numero in pochi giorni”, ha specificato Arcuri, che ha sottolineato anche come l’eventuale nuova distribuzione di ventilatori è già stata predisposta nei magazzini e “attendiamo per darli alle Regioni se dovesse verificarsi una non auspicata ripresa dei contagi che sarà possibile dopo l'allentamento delle misure. La quantità di ventilatori ci rassicura per una eventuale ripresa non clamorosa del virus". Situazione che Arcuri definisce al momento positiva anche per quanto riguarda gli ospedali. "I posti in terapia intensiva erano circa 5.200 a inizio crisi, ora sono oltre 9 mila. I posti nei reparti di malattie infettive e pneumologiche da circa 30 mila che erano si sono moltiplicati per 6 volte. Tutto ciò è compatibile con un andamento dell'epidemia che resta nei picchi che ha avuto all'inizio della tragedia”.

Il punto sull’app di tracciamento

Arcuri è poi tornato su un argomento molto discusso in questi ultimi giorni, quello che riguarda l’app per il tracciamento dei contatti dei positivi al Covid 19. Il commissario straordinario ha sottolineato come è importante dotarsi di "un server pubblico e italiano, e questo è garantito, che rispetti la privacy secondo le leggi italiane ed europee, poi che serva ad accorciare se non ad azzerare il tempo tra il contagio e il tracciamento del caso, che ora ci mette un certo tempo". Per quanto riguarda il reale funzionamento della stessa, Arcuri non si è voluto sbilanciare. “All'attuale stadio di sviluppo dell'applicazione da cittadino se voglio posso inserire un codice e mettere la app nelle condizioni di funzionare. Servirà? Non servirà? Non è mio compito dirlo. Io ho il compito di implementarla e di renderla compatibile con le norme su sicurezza e privacy", ha concluso.