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Coronavirus, alla ripresa serviranno un miliardo di mascherine al mese

Salute e Benessere

Il dato, che riguarda soprattutto le imprese, è frutto delle stime dei ricercatori del Politecnico Torino che hanno elaborato un piano per la ripresa graduale delle attività produttive in Piemonte ma che può interessare tutta l’Italia 

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Il lockdown in Italia sarà attivo almeno fino al 3 maggio, come siglato nel Dpcm approvato nel Consiglio dei Ministri del 10 aprile. Ma per quanto riguarda ciò che succederà nella cosiddetta “fase 2”, quella che prevederà le prime misure allentate rispetto al blocco totale o quasi di questi giorni, sono state avanzate già le prime ipotesi, almeno in riferimento ai dispositivi di protezione destinati alla popolazione ed ai lavoratori in particolare. Proprio su questo fronte e in base ad uno studio del Politecnico di Torino basato su un piano dettagliato a proposito della ripresa produttiva in Piemonte e che la Regione presenterà a Roma entro fine settimana, sono emerse alcune stime che possono essere estese a tutto il Paese.

Cosa servirà

Serviranno, dicono gli esperti dell’ateneo torinese, quasi un miliardo di mascherine al mese, 9.000 metri cubi di gel igienizzante, 456 milioni di guanti, più di 2 milioni di termometri e 250.000 cuffie per contenere i capelli lunghi. Sono questi solo alcuni dei numeri, particolarmente importanti, delle forniture necessarie solamente alle imprese italiane per ripartire dopo l’attuale fase di lockdown. "Abbiamo calcolato i bisogni per le aziende del Piemonte e riteniamo che ciascun valore debba essere moltiplicato per 12", ha spiegato il rettore Guido Saracco, anticipando parte del piano “Imprese aperte”, elaborato da un team di ottanta esperti provenienti dal mondo universitario, dalla sanità, dalla magistratura, dalle imprese e dai sindacati. Il piano, che per la Regione Piemonte vuole essere un modello nazionale, sarà inviato al governo dopo esser stato discusso anche col governatore regionale, Alberto Cirio. Nello studio è consigliato l'uso di mezzi di trasporto singoli come biciclette e scooter elettrici, con aree di parcheggio dedicate e sistemi di trasporto aziendale a navette. Si suggerisce poi anche il supporto psicologico per il rientro al lavoro e sono previsti dispositivi di monitoraggio con l'uso di telecamere infrarossi e la segnalazione, via intranet, della propria condizione di salute tutelando comunque la privacy.

Le misure ora in atto

Intanto, come si può leggere anche sul sito del Ministero della Salute, gli esperti sottolineano come sempre il Dpcm del 10 aprile elenchi le misure anche per tutti quegli esercizi commerciali aperti, a seconda delle Regioni, da oggi martedì 14 aprile. Le segnalazioni indicano la necessità, già in vigore comunque, di usare guanti usa e getta e la mascherina nei luoghi o ambienti chiusi e in tutte le fasi lavorative dove non si può mantenere la distanza. Inoltre è prevista la sanificazione due volte al giorno. In più, nei piccoli negozi, entro i 40 metri quadri, l'entrata è prevista uno per volta, con due operatori al massimo e, per scaglionare gli accessi, si prevedono anche ampliamenti delle fasce orarie. Alla cassa si deve trovare l'igienizzante per le mani, così prima di digitare il pin del bancomat quando si paga.

Parola d’ordine: cautela

Il giorno di Pasquetta, comunque, ha visto un calo del numero dei malati di Covid-19 nelle terapie intensive e un allentamento della pressione sulle strutture ospedaliere. E a frenare è anche l'incremento generale dei contagi. La curva epidemica in Italia continua ad evidenziare segnali positivi che però devono "ulteriormente consolidarsi". Questo il pensiero di Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), la cui parola d’ordine è cautela. “Siamo ancora nella fase 1 e la prudenza deve essere massima proprio in vista della fase 2 che verrà avviata gradualmente”, ha detto.