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Coronavirus, Burioni: "Dare priorità per i tamponi a chi è guarito"

Salute e Benessere

Il parere del noto medico, accademico e divulgatore scientifico è apparso sul sito web di “Medical Facts” e riguarda uno dei temi più discussi in questa fase dell’epidemia 

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Uno dei temi più discussi, in questo momento di emergenza legato alla diffusione del coronavirus anche nel nostro Paese, è legata ai tamponi. A chi è giusto farlo? In questa fase specifica, secondo il noto medico e divulgatore scientifico Roberto Burioni, la priorità dovrebbe essere assegnata ai pazienti già guariti. (DOMANDE E RISPOSTE CON IL VIROLOGO LOPALCO)

Dove i tamponi ora sono meno utili

Il professore ordinario di microbiologia e virologia, argomenta la sua tesi sulle pagine internet di “Medical Facts”, portale che all’interno del comitato scientifico vede la presenza, tra gli altri, anche di Walter Ricciardi, rappresentante dell’Italia nell’executive board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “In alcune zone del nostro Paese la diffusione dell’infezione è tale da rendere i tamponi poco utili: considerando la diffusione del coronavirus e la frequenza delle infezioni asintomatiche, è corretto assumere che ogni singola persona possa essere infettiva”. Dunque, prosegue ancora Burioni, fare il tampone, in questo momento non contribuirebbe a fermare l’epidemia, “che può essere arrestata solo e solamente dal nostro restare a casa”. (CINA, NESSSUN NUOVO CASO INTERNO)

Rischi per gli operatori sanitari

Attualmente ci sono molti pazienti, che lo stesso virologo scrive di seguire telefonicamente in prima persona, che hanno contratto senza alcun dubbio il coronavirus, anche in base alla sintomatologia emersa, e che in questi giorni sono, con sintomi più o meno lievi, isolati in quarantena nelle loro case, in attesa che il virus faccia il suo corso e arrivi così la guarigione. “Fargli il tampone servirebbe a poco, se non a esporre a rischi l’operatore sanitario: la diagnosi clinica lascia pochi dubbi e non hanno bisogno di terapie particolari, ma solo di pazienza e antipiretici e di ospedali pronti ad accoglierli nel malaugurato caso dovessero peggiorare”, si legge nell’articolo. (MILANO, "STATE A CASA" SUL PIRELLONE)

Uscire dall’isolamento in sicurezza

Proprio su questi pazienti, una volta guariti, dovrebbe concentrarsi l’utilizzo dei tamponi. “Questi pazienti dovranno tassativamente essere sottoposti a tampone, perché solo quando saranno risultati negativi e non elimineranno più il virus potranno uscire dall’isolamento in tutta sicurezza”, argomenta Burioni. E a chi sostiene che questo procedimento non potrà essere applicato, in quanto mancando un tampone positivo non potrà essere eseguito un nuovo tampone, il medico risponde che “in realtà ne serviranno due, a distanza di almeno due giorni, per verificarne la guarigione". (LE FOTO SIMBOLO DELL'EMERGENZA)