Secondo il bollettino Influnet il picco stagionale è alle spalle e nella sesta settimana del 2020 si sono registrati circa 763.000 casi con Val D’Aosta, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata tra le regioni più colpite
Nella sesta settimana del 2020 il numero di casi di sindrome similinfluenzale inizia lentamente a diminuire, dopo aver raggiunto il picco stagionale la scorsa settimana con un livello di incidenza pari a 13 casi per mille assistiti. A dirlo è il consueto bollettino Influnet, curato dall’Istituto Superiore di Sanità, che settimanalmente aggiorna sull’andamento dell’influenza nel nostro Paese.
I dati dell’ultimo bollettino
Stando al rapporto, nella settimana dal 3 al 9 febbraio 2020 sono stati segnalati circa 763.000 casi con Val D’Aosta, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata tra le regioni più colpite. Il totale dall'inizio della sorveglianza si attesta a circa 5.018.000 persone colpite. Questo numero va a ritoccare quello dell’incidenza totale, che in Italia è adesso pari a 12,6 casi per mille assistiti. Tra le fasce di popolazione maggiormente colpite ci sono i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 38,3 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni i dati parlano di un’incidenza pari a 28,37 casi per mille abitanti, nella fascia 15-64 anni a 9,76 casi e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 4,09.
Le previsioni degli esperti
Il dato riguardante i casi della sesta settimana del 2020 è dunque incoraggiante, pensando anche al fatto che solo sette giorni prima erano stati registrati 795.300 casi, quasi 150.000 in più rispetto alla settimana ancora precedente. Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità aveva spiegato che “probabilmente non arriveremo agli otto milioni di casi del 2018-2019” e che nelle previsioni degli esperti, alla fine del monitoraggio e quando la sindrome influenzale non potrà più incidere “sicuramente si supereranno i sette milioni di casi”. L’esperto ha anche sottolineato come quest’anno l’incidenza risulti particolarmente alta nella fascia di età che va dai 5 ai 14 anni, mentre negli anziani i contagi sono stati meno dal momento che nella fascia di età che riguarda gli over 65 le persone godono dell’effetto del vaccino anti-influenzale. Qui le coperture vaccinali si attestano intorno al 53%, “ancora basse ma comunque molto più alte rispetto al resto della popolazione, in cui la media è del 15%”, ha spiegato ancora Rezza.