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Il segreto della longevità dei supercenterani è celato nel loro sistema immunitario

Salute e Benessere

È quanto emerso da uno studio, condotto dai ricercatori del Riken Center for Integrative Medical Science e della Keio University School of Medicine in Giappone, che ha analizzato oltre 41.208 cellule immunitarie di persone con età superiore ai 110 anni 

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Nel mondo i supercentenari, ovvero gli anziani con età superiore ai 110 anni, sono estremamente rari.
Ma qual è il segreto per vivere così a lungo?
La donna più vecchia al mondo, deceduta nel 1997 all’età di 122 anni, dava il merito alla sua dieta e nello specifico all’olio di oliva, al cioccolato e al vino. Emma Morano, invece, l’italiana più longeva, morta all’età di 117 anni, riteneva che la sua longevità fosse legata al suo stile di vita sano e alla decisione di non risposarsi.
Secondo un nuovo studio, condotto dai ricercatori del Riken Center for Integrative Medical Science e della Keio University School of Medicine in Giappone, il segreto dei supercentenari è celato nel loro sistema immunitario, caratterizzato dall’eccesso di cellule CD4 con proprietà citotossiche.

Lo studio nel dettaglio

Per compiere la ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori hanno analizzato il sistema immunitario di sette supercenterari, per poi confrontarlo con quello di cinque persone di età compresa tra i 50 e gli 80 anni. Nello specifico, tramite l’analisi dell’RNA, hanno studiato 41.208 cellule immunitarie di ultracentenari e 19.994 unità cellulari di individui più giovani. 

I risultati dello studio

È così emerso che il sistema immunitario dei supercentenari, composto in generale da un minor numero di cellule immunitarie rispetto a quello dei più giovani, è caratterizzato da un sottogruppo di unità cellulari (dei linfociti T) presenti in maggior misura e con una singolare caratteristica. Si chiamano CD4 e risultano essere citotossiche, ovvero in grado di debellare le altre cellule, solo negli individui con età superiore ai 110 anni. “Questa caratteristica è molto singolare per i supercentenari, poiché generalmente le cellule T CD4 hanno funzioni di supporto, ma non citotossiche, in condizioni fisiologiche”, scrivono gli autori nella rivista specializzata. Analizzando il sangue del campione, i ricercatori hanno successivamente scoperto che la maggior parte delle cellule CD4 con proprietà citotossiche sono la progenie di una singola unità cellulare antenata.