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Chemioterapia, scoperte le cause della caduta permanente dei capelli

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Sono state individuate dal gruppo di ricercatori dell’Università nazionale di Seoul guidato da Ohsang Kwon nel corso di uno studio su alcuni topi geneticamente modificati 

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In alcuni casi rari la chemioterapia causa la caduta permanente dei capelli, impedendone la ricrescita futura. Un gruppo di ricercatori dell’Università nazionale di Seoul, in Corea del Sud, è riuscito a scoprire perché ciò avviene nel corso di un esperimento condotto su alcuni topi geneticamente modificati. Il team, guidato da Ohsang Kwon, ha identificato i cambiamenti prodotti dalla chemioterapia nelle cellule staminali dei follicoli piliferi, che possono provocare la perdita definitiva dei capelli. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nature Communications.

Lo svolgimento dello studio

Come molti altri tipi di staminali adulte, anche i follicoli piliferi mantengono un gruppo di cellule per la rigenerazione, che può essere danneggiato dalla chemioterapia. Solitamente, in seguito alla perdita dei capelli queste unità biologiche riescono a riprendersi e la crescita dei capelli si riavvia. Per capire perché in alcuni casi ciò non accade, il gruppo coordinato da Kwon ha trattato dei topi con un tipo di chemioterapia talvolta associato alla perdita permanente dei capelli negli uomini. Hanno così notato che la prima fase del trattamento produce un ripopolamento delle cellule a cui segue, nella seconda fase, l’esaurimento delle staminali. Questo fenomeno impedisce la rigenerazione dei capelli. Dai risultati della ricerca emerge che le cellule sono più sensibili ai danni nel Dna quando proliferano, il che porta problemi con la divisione cellulare ed eventualmente alla loro morte. La scoperta dei ricercatori potrebbe portare allo sviluppo di nuovi trattamenti preventivi.

Lo studio Tailorx

Dallo studio americano ‘Tailorx’, condotto nel 2018 su 10.273 donne, è emerso che nel 70% dei casi di tumore del seno iniziale la chemioterapia può essere evitata. Grazie a un test, infatti, è possibile misurare, con un punteggio da 1 a 100 sulla base dell’espressione dei 21 geni, il rischio di recidiva a 10 anni e individuare quali pazienti possono trarre beneficio dal trattamento.