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Roche e Novartis, il Consiglio di Stato conferma la condanna per il caso Avastin - Lucentis

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

Confermata la decisione del 2014, che vide i due gruppi multati per 180 milioni di euro per aver manipolato la percezione dei rischi legati all’utilizzo oftalmico di Avastin per favorire le vendite del più costoso Lucentis 

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Il Consiglio di Stato ha confermato la condanna alle aziende farmaceutiche Roche e Novartis in merito al caso relativo ai farmaci Avastin e Lucentis, per il quale i due gruppi avevano già ricevuto nel 2014 una multa complessiva da circa 180 milioni di euro. All’epoca, infatti, l’Autorità Italiana garante della concorrenza e del Mercato (AGCM) aveva sanzionato le società per aver condizionato le vendite dei due medicinali oftalmici inducendo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a optare per quello più costoso tra i due, ovvero il Lucentis, di cui Novartis era licenziataria per Roche.

Roche e Novartis: condizionata vendita medicinali

Come si legge quindi anche sul sito del Consiglio di Stato, l’ultima sentenza conferma il provvedimento che impose a Roche e Novartis una multa di circa 90 milioni di euro a testa per la formazione di un cartello che violava le norme della concorrenza al fine di favorire le vendite di Lucentis rispetto a quelle di Avastin, prodotto da Roche. Quest’ultimo, seppur registrato come antitumorale, era utilizzato con la stessa efficacia del primo anche per la cura di problemi visivi, anche in virtù di costi minori. Le due aziende avrebbero quindi manipolato la percezione dei rischi riguardanti l’utilizzo off-label di Avastin per condizionare la domanda e spingere i pazienti all’acquisto del più costoso Lucentis.

Le reazioni delle aziende e Altroconsumo

Le due aziende hanno commentato con amarezza la decisione del Consiglio di Stato, definita “lacunosa” da Roche, che spiega di avere la “certezza di aver agito nell'interesse dei pazienti” e, pur nel rispetto della sentenza, “esprime tutto il proprio disaccordo per le conclusioni a cui sono arrivati i magistrati” poiché “la sentenza lascia privi di risposta tutti gli argomenti difensivi” sollevati in questi anni. A propria volta, Novartis ha voluto sottolineare “la correttezza del proprio operato”, dicendosi “convinta che il caso antitrust sia stato guidato da motivi puramente economici, volti a forzare, nel quadro normativo italiano, un cambiamento atto a consentire il rimborso generalizzato di un farmaco in un'indicazione priva di autorizzazione (off label), nonostante la presenza sul mercato di medicinali autorizzati (on label)”. Altroconsumo, fin da subito in prima linea nella vicenda, ha espresso invece soddisfazione tramite le parole di Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne: “Ci sono voluti 10 anni e 4 diversi gradi di giudizio ma alla fine l'impegno indefesso che ci ha visto in campo ha pagato. I pazienti si sono visti negati l'accesso alla cura di una malattia grave come la maculopatia e il servizio sanitario ci ha rimesso decine di milioni di euro per una scellerata concertazione illecita delle due case farmaceutiche”.