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Infezioni resistenti, creati due antibiotici super-potenti per curarle

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Sono stati sviluppati partendo da una tossina prodotta dallo Staphylococcus aureus e testati con successo su topolini con setticemia e gravi infezioni cutanee 

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I batteri multi-resistenti rappresentano un problema a cui la comunità scientifica non è ancora riuscita a trovare una soluzione definitiva. La creazione di due nuovi antibiotici super-potenti, realizzati dai ricercatori dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm), dell’Université de Rennes 1 e del Rennes Institute of Chemical Sciences (ISCR) partendo da una tossina batterica, potrebbe rappresentare un importante punto di svolta. Gli antibiotici si sono rivelati efficaci contro le infezioni multi-resistenti, tra cui quelle provocate da Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa, e sembra che non siano in grado di indurre a loro volta nuove resistenze farmacologiche quando usati su modelli animali. I risultati dello studio sono stati descritti sulle pagine della rivista PLOS Biology.

Lo sviluppo dei nuovi antibiotici

Lo sviluppo degli antibiotici super-potenti è stato reso possibile da una scoperta fatta dallo stesso di team di ricercatori nel 2011. "Abbiamo scoperto che una tossina prodotta dallo Staphylococcus aureus, il cui ruolo è facilitare al batterio patogeno l'infezione, è capace allo stesso tempo di uccidere altri batteri presenti nel nostro corpo”, spiega Brice Felden, autore dello studio e ricercatore dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale. “Quindi abbiamo identificato una molecola con una duplice proprietà, da una parte tossica e dall'altra antibiotica”, prosegue l’esperto. Partendo dalla tossina, il gruppo di ricerca è riuscito a creare delle molecole in grado di conservare la sua funzione di antibiotico, senza però essere tossiche. Ne hanno poi isolate due e le hanno testate su dei topolini da laboratorio con setticemia e gravi infezioni cutanee. I risultati ottenuti indicano che possono essere utilizzate per risolvere le infezioni senza dare tossicità, neppure a dosi particolarmente elevate.

‘L’arma segreta’ dei batteri resistenti agli antibiotici

I risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università McMaster di Hamilton, in Canada, indicano che la capacità dei batteri di resistere agli antibiotici dipende dalla rigidità della loro membrana cellulare. Per stabilirlo, il team di ricerca ha studiato la loro risposta all’antibiotico polimixina B, impiegato nel trattamento di gravi infezioni degli occhi, del sangue e del tratto urinario.