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Torino, mandibola di una donna ricostruita a partire dall’osso perone

Salute e Benessere
Immagine di archivio (ANSA)

Il delicato intervento è stato eseguito a Candiolo dal professor Fu-Chan Wei, un vero e proprio pioniere della microchirurgia moderna, in collaborazione con i chirurghi del polo torinese 

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Negli ultimi vent’anni la microchirurgia ha fatto passi da gigante in campo medico, specie quando si è trattato di ricostruire e impiantare un arto perso dopo un trauma, a seguito di un trattamento oncologico o, anche, per ricostruire segmenti del corpo a partire dalla pelle o dalle ossa. Ed è proprio ciò che è successo all’Istituto di Candiolo, nel Torinese, dove il professor Fu-Chan Wei, a capo del Dipartimento di Chirurgia Plastica Ricostruttiva del Chang Gung Memorial Hospital di Taipei, è stato protagonista della ricostruzione di parte della mandibola di una donna che era stata asportata in seguito a metastasi. Il tutto partendo dall’osso perone della paziente.

Ritorno ad una vita normale

Parlare o anche solo mangiare sarebbe stato praticamente impossibile per la donna, ma grazie all’intervento del dottor Wei, vero e proprio luminare della microchirurgia moderna con alle spalle migliaia di interventi in questo campo, non ci saranno ripercussioni. La soluzione medica è infatti arrivata grazie all'integrazione di una parte dell’osso perone della paziente, che è stata utilizzata come frammento ricostruttivo. Quindi è stata impiantata per sostituire la parte asportata in seguito alla metastasi facciale. Lo step successivo è passato attraverso il microscopio, sotto la cui lente è stato possibile rivascolarizzare il tessuto, collegando nervi e vasi sanguigni. La paziente, una volta dimessa, potrà così tornare a normali standard di vita: "L'osso asportato dalla gamba non ne pregiudica la funzionalità", ha detto il professore taiwanese.

Una chirurgia “pulita”

L'intervento si è avvalso dell’ausilio dei chirurghi piemontesi, guidati dal professor Giovanni Succo, direttore della Chirurgia oncologia cervico-cefalica a Candiolo. "L'intervento fa parte del processo di applicazione di protocolli chirurgici ricostruttivi volti al totale rispetto della qualità di vita dei pazienti oncologici", ha detto. L'obiettivo è sempre più quello di mirare verso una chirurgia senza cicatrici o tributi estetici da pagare.
"Dieci anni fa alcuni nostri collaboratori hanno fequentato l'università di Taipei per apprendere la microchirurgia. Oggi questa tecnica è una realtà sempre più utilizzata, che ci permette di miniaturizzare gli approcci chirurgici", ha poi aggiunto Succo.