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Stimolazione cerebrale per ridurre la fame e curare l’obesità: lo studio a Milano

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Un team del Policlinico di San Donato ha dimostrato l’efficacia della tecnica, indolore e non invasiva, contro le “disfunzioni nei circuiti cerebrali della ricompensa”, che favoriscono l’obesità 

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Un nuovo metodo per contrastare l’obesità potrebbe prendere di mira direttamente il cervello, puntando a ridurre il desiderio eccessivo di cibo che favorisce lo sviluppo della patologia. È questo almeno l’obiettivo dei ricercatori del Policlinico di San Donato, che in un nuovo studio pubblicato su Diabetes, Obesity and Metabolism spiegano nei dettagli i risultati ottenuti dall’applicazione della stimolazione magnetica transcranica (dTMS), una tecnica indolore che, sollecitando il cervello, sarebbe in grado di diminuire l’appetito e contribuire così a una significativa perdita di peso. Il nuovo approccio potrebbe rappresentare potenzialmente una nuova ed efficace arma da utilizzare per combattere l’obesità, un problema ormai ampiamente diffuso tanto in Italia come nel resto del mondo.

La stimolazione cerebrale per ridurre desiderio di cibo

L’efficacia già dimostrata della stimolazione magnetica transcranica verso problemi quali la depressione maggiore o la dipendenza da alcol o nicotina ha portato i ricercatori dell’istituto milanese a testare la medesima tecnica per provare a ridurre il desiderio di cibo. Sottoponendo circa 50 soggetti adulti a 15 sedute, da effettuare tre volte a settimana per un periodo di cinque settimane, il team ha notato un’importante riduzione dell’indice di massa corporea, pari in media all’8,4% rispetto al peso iniziale. Inoltre, come spiegato da una nota ufficiale del Policlinico di San Donato, “quasi nove chili separano i pazienti che si sono sottoposti a dTMS dal gruppo di controllo”, risultati che si sono mantenuti stabili anche per il periodo di follow-up di un anno durante il quale sono stati seguiti 33 pazienti.

Un casco da indossare per curare l’obesità

A rendere particolarmente promettente la stimolazione magnetica transcranica sono l’assenza di dolore e la bassissima invasvità della tecnica, realizzabile semplicemente indossando un casco che "applica dall’esterno una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello, corticali e subcorticali”, spiegano gli autori. Per Livio Luzi, responsabile di Endocrinologia e Malattie Metaboliche all’ospedale milanese e coordinatore dello studio, “fornire una terapia non invasiva ai soggetti obesi è una sfida cruciale” e la dTMS si sarebbe dimostrata molto efficace per affrontare quei comportamenti alimentari anomali che favoriscono l’obesità e sono legati al metabolismo, alla scelte personali, ma anche ad “alcune disfunzioni nei circuiti cerebrali della ricompensa, modulati dalla dopamina”. Lo studio pilota rappresenta la base per futuri lavori che rendano la stimolazione cerebrale ancora più agevole e semplice da applicare, offrendo sia possibilità di trattamento per i soggetti obesi che di prevenzione per quanto riguarda gli adolescenti, ovvero la fascia d’età più a rischio per lo sviluppo della patologia.