Alzheimer e sonnolenza: i possibili legami svelati da una ricerca
Salute e BenessereUno studio, pubblicato sulla rivista Sleep, confermerebbe la tesi secondo la quale un sonno di scarsa qualità potrebbe favorire la diagnosi di questa forma di demenza
L’analisi di alcuni dati raccolti durante uno studio a lungo termine sull’età degli adulti rileva che coloro i quali lamentano disturbi legati al sonno, sonnolenza durante il giorno o insonnia vera e propria, correrebbero, in futuro, il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dal National Institute on Aging (NIA), dalla Bloomberg School e dalla Johns Hopkins Medicine. Lo studio, pubblicato sulla rivista Sleep, confermerebbe dunque la tesi secondo la quale un sonno di scarsa qualità potrebbe favorire la diagnosi di questa forma di demenza.
Prevenzione del morbo di Alzheimer
Focalizzarsi sulla risoluzione dei problemi che compromettono la qualità del riposo aiuterebbe dunque a prevenire l’insorgere del morbo di Alzheimer.
"Fattori come la dieta, l'esercizio fisico e l'attività cognitiva sono stati ampiamente riconosciuti come importanti obiettivi potenziali per la prevenzione della malattia di Alzheimer, anche il sonno ha il loro stesso rilievo”, afferma Adam P. Spira, professore presso il Dipartimento di salute mentale della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Analisi incrociata dei dati e risultati emersi
L’indagine, eseguita su un campione di 124 adulti di età compresa tra i 37 e gli 82 anni, ha utilizzato i dati dello Studio longitudinale di Baltimora sull’invecchiamento (BLSA). Quest’ultimo è una valutazione, iniziata dalla NIA nel lontano 1958, che ha monitorato la salute di elevato numero di volontari nel loro percorso di invecchiamento. Gli esperti hanno selezionato i partecipanti all’esperimento che lamentavano problemi di sonnolenza e li hanno sottoposti a delle analisi radiografiche o magnetiche cerebrali. Successivamente, attuando un’analisi incrociata dei dati a disposizione, hanno scoperto una correlazione tra gli individui che soffrono di sonnolenza diurna e la presenza nel loro cervello di un’eccessiva quantità di beta-amiloide. Quest’ultima è una proteina e una sostanza neurotossica in grado di depositarsi sulle membrane cerebrali in grosse placche che inibiscono le sinapsi, i collegamenti tra i neuroni. Gli scienziati non hanno ancora scoperto se sia la mancanza di sonno ad aumentare la presenza della proteina di beta-amiloide o se sia quest’ultima a determinare l’insorgenza di problematiche legate a uno scarso riposo.