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Vaccini, ipotesi proroga del termine del 10 luglio per i certificati

Salute e Benessere
Foto d'archivio: ANSA

I pediatri spingono affinché l'obbligo rimanga, mentre i presidi chiedono che le incombenze di verifica non ricadano solo sulle scuole

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L'ipotesi è quella di una proroga per la scadenza del 10 luglio, ultima data valida per la presentazione della certificazione definitiva che provi l'avvenuta vaccinazione dei bambini, ai fini dell'iscrizione a scuola per l'anno scolastico 2018-19. Sarebbe questa, secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, la strada che il Governo sta valutando in merito alla questione dell'obbligo vaccinale per andare a scuola.

Il Governo al lavoro sui vaccini

La revisione dell'obbligo vaccinale per l'iscrizione scolastica è prevista dal Contratto di Governo (Cosa ne pensi? Fai il test) ed è stata riaffermata la scorsa settimana dal vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, da parte sua ha ribadito che i vaccini "sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria" e che "in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione". Ma ha anche sottolineato che le decisioni opportune saranno prese "in accordo con gli alleati di Governo", anche se "si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute".

"Inadeguata conoscenza del pericolo"

Una polemica, quella relativa all'obbligo vaccinale per la frequenza di nidi e scuole materne, che preoccupa la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). I pediatri parlano di una "inadeguata conoscenza del grave pericolo tuttora rappresentato dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni", sottolineando come "in nome di posizioni ideologiche prive di fondamento scientifico, si rischi di perdere quanto di buono è stato realizzato anche nel nostro Paese nella lotta contro queste malattie". Non è il "rischio sociale di esclusione" che il Governo deve considerare, afferma il presidente Sipps Giuseppe Di Mauro, "bensì il rischio che un bambino venga incolpevolmente danneggiato da una malattia che era prevenibile. Non è giusto che un bimbo che non può essere vaccinato si ammali a scuola e non lo è neppure che un bimbo sano si ammali di una malattia prevenibile con le vaccinazioni perché i genitori hanno deciso di non vaccinarlo. Lo Stato ha il dovere di agire. Per questo la Sipps si allinea alle altre società scientifiche che sostengono la necessità di non modificare l'attuale legislazione".

La posizione dei presidi

L'ipotesi di proroga "non rappresenta un problema", invece, per i presidi: "Alla scuola compete una valida ed efficace organizzazione per monitorare la soluzione del problema e superare le eventuali difficoltà, per cui organizzare secondo nuovi calendari la presentazione delle certificazioni vaccinali è una necessità di rapporti tra istanze sanitarie e opportunità politiche a cui la scuola è completamente estranea", afferma Mario Rusconi, presidente Associazione nazionale presidi (Anp)-Lazio. Ciò che invece è "importante per la scuola" è che "ci sia la massima concertazione tra ministero della Salute, dell'Istruzione e uffici scolastici regionali, in modo che le loro incombenze non ricadano sul personale scolastico, come peraltro accaduto nei mesi passati".

I vaccini obbligatori

L'attuale scadenza del 10 luglio è prevista dalla legge e dalla circolare del ministero dello Salute dello scorso 16 agosto. Quanto alle vaccinazioni, la legge sull'obbligo vaccinale dispone che dieci vaccinazioni siano obbligatorie: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. SCHEDA: Il fact-checking dell'Istituto superiore di sanità