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Morbillo, Italia penultima in Europa: oltre 5mila casi e 4 morti

Salute e Benessere
Italia male anche per il tasso di vaccinazioni obbligatorie (archivio Ansa)

Seconda solo alla Romania per l'incidenza della malattia, che nel 2017 ha colpito oltre 21mila persone in Europa. Sul fronte vaccinazioni, invece, il nostro Paese è fanalino di coda per quelle obbligatorie e ultimo anche per il morbillo, con l'85% dei bimbi vaccinati  

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Sebbene l'emergenza morbillo sia stata dichiarata conclusa nel dicembre scorso, l'Italia nel 2017 ha il triste primato in Europa (seconda solo alla Romania) di oltre cinquemila casi registrati di questa malattia, quattro dei quali mortali. E, sul fronte delle vaccinazioni obbligatorie, il nostro Paese è fanalino di coda.

I dati dell'Oms: in Italia +481% dei casi

A segnalarlo è l'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità in occasione dell'incontro sull'obbligo vaccinale tra i ministri della Salute europei in Montenegro. I dati diffusi dal nuovo report confermano le stime del novembre scorso, che già davano il nostro Paese tra i primi in Europa per i casi di morbillo: 5.006 quelli registrati lo scorso anno, in aumento del 481% rispetto ai soli 862 del 2016. Il 23% del totale europeo, che per il 2017 parla di 21.325 casi (+304% in media rispetto ai 5.273 dell'anno precedente) e 35 morti legate al morbillo, quattro delle quali in Italia. Numeri che “non possiamo accettare”, come afferma Zsuzsanna Jakab, direttore regionale dell'Oms per l'Europa, citata dal “Quotidiano Sanità”: “Ogni nuova persona colpita dal morbillo ci ricorda che i bambini e gli adulti non vaccinati, indipendentemente da dove vivono, rimangono a rischio di contrarre la malattia e di diffonderla ad altri che potrebbero non essere in grado di farsi vaccinare”, spiega.

Romania prima per numero di casi

Il numero più alto di persone colpite dal morbillo è stato segnalato in Romania, dove nel 2017 i casi sono stati 5.562. Seguono Italia, appunto, e Ucraina, con 4.767, per un'epidemia che ha colpito un Paese europeo su quattro. Tra questi Grecia (967), Germania (927), Serbia (702), Tagikistan (649), Francia (520), Federazione russa (408), Belgio (369), Regno Unito (282), Bulgaria (167), Spagna (152), Cecenia (146) e Svizzera (105), che hanno registrato ampi focolai. I Paesi in cui l'incidenza è stata maggiore, come segnalato dall'Oms, negli ultimi anni hanno avuto una serie di eventi negativi, come ad esempio il calo della copertura complessiva delle vaccinazioni di routine.

Italia ultima per vaccinazioni

Secondo i dati Ocse consultati dall'Adnkronos, il tasso di vaccinazione dei bimbi italiani contro tetano pertosse e difterite nel 2015 si è attestato al 93%: un livello che ci relega all'ultimo posto della zona insieme a Estonia. Irlanda, Olanda e Slovenia, che si fermano però al 95%. Il gap più forte è però proprio quello sul fronte del morbillo in cui, sempre per l'Ocse, il tasso di vaccinazioni in Italia è solo dell'85%, a 6 lunghezze dalla Francia, penultima con il 91% di vaccinazioni anti-morbillo. Seguono ancora Estonia e Irlanda, con il 93 per cento. “Il morbillo continua a diffondersi in tutta Europa poiché la copertura vaccinale in molti paesi Ue non è ottimale – si avverte nel documento Ocse – i tassi di copertura vaccinale per i bambini oggetto di programmi di vaccinazione di routine dovrebbero aumentare", per arrivare "almeno al 95%”.

Iss: "Calo vaccini influisce su epidemia"

L'Istituto superiore di sanità esprime la sua posizione attraverso l'epidemiologo Gianni Rezza: "se è vero - dice Rezza - che il morbillo è una malattia che va a ondate" e che quindi "ci sono degli anni in cui fa più casi di quelli precedenti", è però anche "vero che il calo delle coperture vaccinali che c'è stato fino al 2015-2016 (prima dell'entrata in vigore, a fine 2017, dell'obbligo vaccinale, ndr) può aver influito su quest'ultimo picco epidemico, aumentando la popolazione a rischio di ammalarsi". Difficile, secondo l'Istituto superiore di sanità, fare una stima precisa della popolazione a rischio: oltre ai bambini non vaccinati (circa il 10-15%, e per i quali con l'obbligo la copertura è risalita), ci sono infatti "anche i giovani e gli adulti che non hanno fatto il vaccino contro il morbillo da piccoli, e che è difficile che da grandi si vaccinino".