Ma oltre 400mila non sarebbero ancora stati diagnosticati. Lo dice la Relazione del ministero della Salute presentata in Parlamento
Il numero dei celiaci nel nostro Paese è in costante aumento: il totale dei nuovi casi nel 2016 è stato infatti di 15.569. Quasi cinquemila diagnosi in più rispetto all'anno precedente. Secondo gli esperti, però, sarebbero molti di più gli italiani che ancora non sanno di essere malati: la stima parla addirittura di 408mila casi.
Quasi 200mila celiaci, due terzi donne
È il quadro tracciato dall'ultima Relazione annuale del ministero della Salute al Parlamento sulla celiachia, relativa al 2016 e secondo la quale in Italia risultano diagnosticati 198.427 celiaci, circa i due terzi dei quali sono donne. Le regioni con maggior numero di nuove diagnosi sono Lombardia con +5.499 (regione in cui risiede il maggior numero di celiaci, quasi 38mila), Lazio (+1.548) ed Emilia Romagna (+1.217). Prosegue dunque il trend in crescita del fenomeno, a un anno dall'entrata in vigore del nuovo protocollo diagnostico. Tale trend sul triennio 2014-2016 risulta "più spinto, forse favorito dalla maggiore sensibilizzazione dei cittadini ma anche dai nuovi indirizzi scientifici", come si legge nel documento presentato in Parlamento.
Malattia ancora "in gran parte sommersa"
Al di là dei sei milioni di italiani che non mangiano glutine per scelta, la celiachia, classificata come malattia cronica, colpisce ormai circa l'1 per cento della popolazione. Ma resta ancora "in gran parte sommersa": per la Relazione, una delle sfide del 2018 sarà proprio quella di "garantire l'applicazione del nuovo protocollo per la diagnosi su tutto il territorio nazionale", considerato appunto che si stima che siano oltre 400mila gli italiani celiaci non ancora diagnosticati. "In Italia attendiamo 600mila casi – sottolinea il direttore generale dell'Associazione italiana celiachia, Caterina Pilo – siamo ancora intorno a un terzo delle diagnosi fatte. Quanto ai tetti di spesa garantiti per esenzione ai celiaci all'esame della conferenza Stato-Regioni, infine, "si va nella direzione di una loro riduzione – conclude Pilo – perché ci sarà un adeguamento ai nuovi prezzi dei prodotti alimentari per celiaci, che sono calati".