Cresce l'aspettativa di vita per i malati di linfoma
Salute e BenessereUno studio italiano presentato al congresso dell'European Hematology Association a Madrid mostra come, a 13 anni di distanza dalla cura, il 66% dei pazienti presi in esame sia ancora vivo. E più di uno su due può considerarsi guarito
Cresce l'aspettativa di vita per i malati affetti da linfoma. La speranza di sopravvivere ad un tumore che, nelle forme più gravi, rischia di essere fatale per i pazienti, arriva da uno studio italiano presentato al 22esimo congresso dell'Eha (European Hematology Association) tenutosi a Madrid. A distanza di 13 anni dal trattamento terapeutico, secondo lo studio illustrato nella capitale spagnola, sette malati su dieci sarebbero ancora vivi. E tra i "sopravvissuti", più di uno su due può considerarsi guarito.
Lo studio
Il trial presentato a Madrid ha riguardato principalmente malati under 60, sia uomini che donne, con leggera prevalenza dei primi. I pazienti sono stati 'arruolati' per lo studio tra il 1999 e il 2005. I trattamenti terapeutici somministrati sono stati due: anticorpo monoclonale rituximab in abbinamento alla chemioterapia standard o, in alternativa, chemioterapia ad alto dosaggio e autotrapianto di staminali prodotte dal midollo osseo. Ma la novità dello studio sono stati i tempi record di osservazione, con follow up (i controlli periodici che seguono il trattamento terapeutico) fino a 16-18 anni di distanza.
L'efficacia dei trattamenti
Entrambe le terapie somministrate avrebbero fatto registrare risultati confortanti, valutati attraverso lo studio presentato a Madrid. Il 66% dei malati, ovvero 88 su 134, è ancora vivo a distanza di 13 anni dal trattamento. Non solo: il 56% di questi 88 si trova ancora in una fase di remissione completa. Ciò significa che, senza essere stati sottoposti a ulteriori trattamenti, questi pazienti non hanno subito alcuna ricaduta. L’ipotesi, secondo gli esperti, è che possano essere guariti, considerando che non ci sono più segni di malattia. Si tratta di un risultato davvero importante, visto che queste stesse persone, in passato, sarebbero morte nella metà dei casi entro tre anni dalla diagnosi.
Un risultato senza precedenti
Tra i tipi di linfoma a basso grado di malignità, quello follicolare è il più frequente e caratterizzato da alti tassi di recidive. Secondo Corrado Tarella, direttore della Divisione di oncoematologia dell'Istituto europeo di oncologia di Milano che ha presentato lo studio al meeting di Madrid, "non si pensava che questi pazienti potessero guarire, prima o poi si riammalavano e l'aspettativa di vita era, nei casi più sfavorevoli, anche di pochi anni". Ora, invece, il trattamento presentato potrebbe permettere anche una lunga aspettativa di vita, con tempistiche mai raggiunte prima in passato. "Questi pazienti – ha aggiunto Tarella – possono stare senza malattia anche per 15 anni e questo era impensabile fino a una quindicina di anni fa".