Oms, ogni due minuti un bimbo muore di malaria: mancano i fondi

Salute e Benessere
Un incremento minore rispetto al passato, ma bisogna aumentare i fondi per la prevenzione (Getty Images)
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Nel 2015 si sono registrati 212 milioni di nuovi casi e 429mila morti, il 70% dei quali sotto i cinque anni di età. Secondo il rapporto annuale dell’Organizzazione mondiale della Sanità si sono però fatti passi in avanti nel contrasto alla malattia

Ogni due minuti un bambino perde la vita nel mondo a causa della malaria, ma i fondi sono insufficienti a raggiungere gli obiettivi di riduzione prefissati entro il 2020, e anzi si rischia di perdere anche i successi avuti finora. Lo afferma il rapporto annuale dell'Oms, secondo cui l'Africa subsahariana è la zona più colpita.

 

429mila decessi - Il documento ha censito nel 2015 circa 212 milioni di nuovi casi e 429mila morti, il 70% dei quali sotto i cinque anni di età. Il 92% dei casi e il 90% dei morti si sono verificati appunto nell'Africa subsahariana dove, nonostante la percentuale di copertura dei programmi di prevenzione sia la più alta mai registrata, circa la metà della popolazione a rischio non ha accesso alle zanzariere trattate con insetticida, uno dei principali metodi di prevenzione.

 

 

L’importanza della prevenzione - Un altro "salva vita" indispensabile sono i test diagnostici che consentono di individuare rapidamente la malaria e prescrivere un trattamento adeguato. Nel 2015 ne ha potuto usufruire il 51 per cento dei bambini con la febbre che si era recato in una struttura sanitaria pubblica in 22 paesi africani, rispetto al 29 per cento nel 2010.

 

Passi in avanti - Intanto, nonostante i dati del contagio siano ancora spaventosi, nel 2015 sono stati registrati incoraggianti segni di miglioramento, soprattutto nel campo della prevenzione; sono però necessarie maggiori risorse per contrastare in maniera efficace la malattia.

Per il 2015 è stato stanziato a livello mondiale un finanziamento per la lotta alla malaria di 2,9 miliardi di dollari, che, però, rappresenta solo il 45 per cento della somma che l’Oms si è prefissata di raggiungere entro il 2020 (6,4 miliardi). Nonostante questo ritardo negli ultimi anni si è arrivati a traguardi importanti: l’incidenza della malaria tra le popolazioni a rischio a livello globale, tra il 2010 e il 2015, è sceso del 21 per cento e, nello stesso periodo, si è registrata anche una diminuzione del 29 per cento del tasso di mortalità causata da questa malattia. Secondo l’Oms le attività di prevenzione intraprese a partire dal 2001 hanno salvato la vita a circa 6,8 milioni di persone potenzialmente a rischio. L’obiettivo globale per il 2020 è ridurre del 40 per cento i nuovi casi rispetto al 2015 ma per riuscirci, scrive l’Oms, è necessario accelerare i processi. "Ci sono sicuramente dei progressi - osserva il dottor Pedro Alonso, direttore del programma Global Malaria dell'Oms - ma il mondo sta ancora lottando per raggiungere i livelli di copertura del programma, necessari per battere questa malattia”.

 

I maggiori finanziatori – Dagli Stati Uniti arriva buona parte dei fondi per la lotta alla malaria. Nel 2015, gli Usa hanno garantito circa il 35 per cento del finanziamento totale, seguiti dalla Gran Bretagna con il 16 per cento. Nel comunicato l’Oms sottolinea che, nonostante il forte aumento degli investimenti globali tra il 2000 e il 2010, le risorse sono ancora insufficienti e che, se si vogliono raggiungere gli obiettivi prefissati a livello globale, è necessario che aumentino i finanziamenti sia da fonti nazionali che internazionali.

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