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Giornata della Memoria, gli eventi e le celebrazioni a Roma

Lazio
©Ansa

Film sulle storie delle persone a cui sono state dedicate pietre d’inciampo, documentari e un evento musicale all’Auditorium Parco Della Musica: questi gli eventi che accompagneranno la Giornata della Memoria a Roma prevista domani

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Un progetto che vuole ricordare le vittime della Shoah proiettando film sulle storie delle persone a cui sono state dedicate le pietre d'inciampo, simbolo che rende omaggio alle vittime delle deportazioni e dei campi di sterminio nazisti. E poi documentari, film, momenti di riflessione e un evento musicale all’Ensemble Parco della Musica Contemporanea. Questi gli eventi che si terranno domani nella Capitale, in occasione della Giornata della Memoria. (LE CELEBRAZIONI A MILANOPALERMOTORINO E NAPOLI)

“Proiettiamo sui muri la storia delle pietre d’inciampo”: il progetto

A Roma arriva "Proiettiamo sui muri la storia delle pietre d'inciampo", il progetto che vuole ricordare le vittime della Shoah proiettando sui muri della città le storie delle persone a cui sono state dedicate le pietre d'inciampo, simbolo che rende omaggio alle vittime delle deportazioni e dei campi di sterminio nazisti. Domani, grazie al patrocinio del IV Municipio e al sostegno di Autostrade per l'Italia, sarà proposto il format ideato e coordinato da Serena Cecconi e Lidia Gattini: dalle 17.30 alle 21.30, di fronte alla Scuola Perlasca, in Via Pomona 9, verrà proiettata e raccontata la storia di una delle pietre di inciampo presenti nel quartiere. Protagonisti dell'edizione del 2021 del progetto sono gli studenti di Roma dell'Istituto Croce Aleramo i quali, dopo una fase preparatoria a cura dei giornalisti di Mandragola Editrice e con della docente professoressa Elisa Cataldi, hanno partecipato a un laboratorio in presenza in una serie di incontri per creare un video-documentario e un podcast radiofonico per raccontare la storia di una delle persone deportate dal loro quartiere al quale è dedicata una pietra di inciampo.

L’idea

L'idea muove dall'impossibilità in questi ultimi anni di organizzare per le scuole il viaggio della memoria nei campi di concentramento, a causa delle restrizioni per la pandemia, così partendo dalle "pietre d'inciampo" ideate dall'artista berlinese Gunter Demnig, la storia prenderà nuova vita sui muri capitolini. Quest'anno si narrerà la storia del giovanissimo Fausto Iannotti, ricordato con una pietra di inciampo in via del Peperino. Fausto aveva 16 anni ed era un giovane abitante della borgata di Pietralata quando, nel trambusto dell'assalto al Forte Tiburtino dell'ottobre 1943, venne arrestato e imprigionato nel terzo braccio di Regina Coeli, a giurisdizione germanica. Il 4 gennaio 1944 venne deportato da Roma con destinazione Mauthausen. Immatricolato il 13 gennaio 1944 con il numero 42118 e il triangolo rosso di politico, il successivo 28 gennaio 1944 venne trasferito nel sottocampo di Ebensee, dove morì il 30 aprile 1945 a 18 anni appena compiuti e a pochissimi giorni dalla liberazione. Nel 2012 gli è stata conferita la Medaglia d'Oro alla memoria. Nello stesso Municipio IV lo scorso anno fu posata anche la pietra d'inciampo in ricordo di Antonio Risi.

Arci e Ucca: film “Se questo è amore”

Un film documentario, “Se questo è amore”, per suscitare una riflessione profonda per commemorare le vittime della Shoah e tante iniziative in tutta Italia per non dimenticare l'orrore e per sottolineare la necessità di contrastare anche oggi nazismi, fascismi e razzismi. Questa la scelta dell'Arci per celebrare il Giorno della memoria del 27 gennaio. "Un anniversario quanto mai attuale, in una fase storica- sottolinea una nota - in cui suprematismo, razzismo e antisemitismo continuano a rappresentare in molti paesi un pericolo da non sottovalutare".

Il documentario

Arci e Ucca propongono la visione del documentario che ha come titolo originale "Love, This is Not", diretto dalla regista israeliana Maya Sarfaty e distribuito da Wanted Cinema. Parafrasando l'opera di Primo Levi 'Se questo è un uomo', il documentario ricostruisce, attraverso interviste, filmati d'archivio, fotografie e testimonianze, la relazione fra Helena Citron, prigioniera ebrea deportata ad Auschwitz-Birkenau nel 1942, e Franz Wunsch, uno degli ufficiali di alto rango delle SS del campo di concentramento. Il film si avvale di materiale d'archivio della Fondazione Shoah, nel cui board figura anche Steven Spielberg. Oltre al film 'Se questo è amore' sono tantissime le iniziative organizzate per il Giorno della memoria in tutta Italia dall'Arci, alcune in collaborazione con l'Anpi, l'Associazione nazionale Partigiani.

La nota dell’Arci

"Un importante segnale di resistenza da parte delle nostre basi associative profondamente provate dal perdurare della pandemia e delle ulteriori restrizioni degli ultimi mesi. Una serie di eventi per non dimenticare, proprio in questi giorni in cui si attende l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, come dall'orrore dell'Olocausto sia nata anche la nostra Costituzione, per non permettere mai più il ripetersi di simili tragedie e per affermare invece il valore dell'antifascismo, della pace, della libertà, dei diritti umani. Valori ai quali si richiama da sempre anche l'Arci, contro ogni razzismo, odio, discriminazione e intolleranza", conclude la nota dell'Arci.

“Quatuor pour la fin du Temps” con il Pmce

Mantenere vivo il ricordo dell’orrore e riflettere su come la musica sappia generare energia vitale anche nelle circostanze più catastrofiche. La Fondazione Musica per Roma partecipa alla Giornata della Memoria proponendo l’esecuzione del Quatuor pour la fin du Temps, composto nel 1941 da Olivier Messiaen durante la detenzione in un campo di concentramento. In scena il 27 gennaio alla 21 all'Auditorium, progettato da Renzo Piano, l’Ensemble Parco della Musica Contemporanea (Pmce) diretto da Tonino Battista. Messiaen aveva 32 anni ed era già una delle voci più promettenti della musica contemporanea parigina quando nel 1940 venne fatto prigioniero dalle truppe tedesche che avevano invaso la Francia. Il pianista, recluso nello Stalag VIII A di Görlitz nella Slesia, regione della Germania oggi appartenente alla Polonia, condivise la detenzione con altri tre musicisti, un clarinettista, un violinista e un violoncellista. Concepì con loro il Quartetto, considerato un capolavoro della musica da camera, e con loro lo eseguì per la prima volta il 15 gennaio 1941 nello stesso lager. La portata dell'opera del giovane compositore fu compresa subito dopo, quando l’opera venne eseguita in pubblico a Parigi. Il Parco della Musica Contemporanea Ensemble è una orchestra nato nel 2009 per iniziativa della Fondazione Musica per Roma. I musicisti impegnati nel Quartetto di Messiaen sono Luca Cipriano (clarinetto), Francesco Peverini (violino), Valeriano Taddeo (violoncello) e Lucio Perotti (pianoforte).

Gli eventi previsti domani in Biblioteca Nazionale

Prima di tutti a morire furono i disabili, coloro i quali per l'eugenetica nazista non aveva significato vivere. Anzi, la loro esistenza era una minaccia alla costruzione della "razza superiore ariana", tesi sostenuta anche dall'apparato medico-scientifico nazista che operosamente negò il diritto a esistere per gli "imperfetti". Dunque domani si ricorderanno anche loro con un momento di studio e di riflessione, organizzato alla Biblioteca Nazionale centrale di Roma, dal titolo "Prima di tutto vennero a prendere i disabili...". All'incontro con Silvia Cutrera, seguirà la proiezione del documentario ''Vite indegne: il piano "Aktion T4" e lo sterminio dei disabili. La storia narrata nel documentario è quella di Friedrich Zawrel, nato nel 1929, "colpevole" di essere venuto al mondo in una famiglia povera, disagiata e con il padre alcolizzato. Considerato un "bambino difficile", Zawrel fu rinchiuso dal 1941 al 1944 nell'ospedale psichiatrico Am Spiegelgrund di Vienna, che con i suoi 640 posti letto, svolse la funzione di reparto di "eutanasia infantile". Tra il 1940 e il 1945 nei suoi padiglioni furono uccisi almeno 789 bambini ritenuti "fisicamente e mentalmente disabili", cui aggiungerne altre centinaia, che erano considerati come "asociali" o "affetti da gravi difficoltà di apprendimento". Attraverso il racconto delle vicende di Zawrel, dei maltrattamenti e delle torture subiti, si ripercorre quel drammatico periodo storico in cui la vita delle persone ricoverate negli istituti psichiatrici era considerata "indegna di essere vissuta", un peso per la società, e ai pazienti veniva imposto il trattamento previsto dall'Aktion T4, la cosiddetta "morte pietosa" che causò circa 300.000 vittime.