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Covid Roma, confezioni di tamponi alterate: sequestrati kit

Lazio

Due le persone denunciate. Tutto il materiale ritrovato è stato sequestrato dai militari

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I carabinieri della stazione di Rignano Flaminio, in collaborazione con i militari del Nas di Roma, hanno denunciato a piede libero un 39enne con precedenti e una donna di 72 anni con l'accusa di tentata frode in commercio di tamponi rapidi per l'individuazione Covid-19. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE NEL LAZIO - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)

La vicenda

I due avevano allestito, in un capannone a Monte Casale di proprietà della 72enne, un opificio abusivo, privo di qualsiasi autorizzazione igienico-sanitaria, al cui interno erano state impiegate, in modo del tutto irregolare, 38 persone, tutte italiane e quattro delle quali minorenni, incaricate di sostituire la confezione originale e relativo foglietto illustrativo, dei tamponi rapidi Covid-19, vendibili esclusivamente nei Paesi Bassi, con altri in lingua italiana. Nel corso del controllo, i carabinieri hanno trovato e sequestrato 17.750 kit completi di tamponi nasali in confezione originale, destinati al mercato estero, 12.500 kit completi di tamponi nasali, con indicazioni anche in lingua italiana, quindi già artefatti e 138 sacchi di plastica per rifiuti condominiali contenenti scatole e foglietti illustrativi in lingua inglese, destinati alla distruzione. Inoltre, il 39enne e una terza persona - un romano di 44 anni - sono stati denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Tutto il materiale è stato sequestrato. Inoltre, i militari hanno anche contestato il mancato rispetto della normativa per fronteggiare l'emergenza da Covid-19 ai lavoratori trovati nel capannone (assenza di mascherine, gel igienizzanti, fogli informativi).